Regia di Sydney Pollack vedi scheda film
Quando vidi per la prima volta Jeremiah Johnson, titolo originale, ero bambino. Mio padre mi portò al cinema dell'aeroporto militare di Treviso, dove proiettavano seconde visioni. Nel cambiare le bobine pellicola del primo e secondo tempo lui si ferì a un dito, e ancor oggi porta i segni di quell'incidente sull'unghia dell'indice destro. Negli anni a venire ho rivisto diverse volte Corvo Rosso Non Avrai Il Mio Scalpo (titolo italiano quanto mai originale, denso di creatività) e lo ritengo a tutt'oggi uno dei migliori film sul rapporto uomo-natura. Il concetto di wilderness l'ho imparato solo dopo la lettura di Walden di Thoreau (in realtà ne ero intriso grazie alla collezione dei fumetti di Zagor), ma il film con Robert Redford già racchiudeva magistralmente in sé tutto il senso di armonia e sacrificio del singolo immerso nelle incontaminate terre inesplorate, nella natura primigenia priva di tracce umane. Magnifiche immagini, personaggi ben delineati, un pizzico di leggerezza, il rispetto per i nativi americani, la follia della guerra da cui fuggire sullo sfondo, una colonna sonora azzeccatissima arricchita di belle canzoni, una star di Hollywood perfettamente in parte, una regia di alto livello. Grande episodio di cinema anni settanta, profondo, progressista. Capolavoro.
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