Regia di Sydney Pollack vedi scheda film
Il prototipo del western immerso "Into the wild".Un western che molti hanno definito ecologista e forse a ragione.Dopo la visione si ha la percezione che il personaggio principale non sia Jeremiah Johnson,non sono gli indiani o i soldati o chi per loro.Il personaggio principale è la Natura maestosa che avvolge tutto e che con il suo silenzio assordante domina incontrastata quasi in ogni sequenza del film.L'uomo è solo fattore destabilizzante.Quello che colpisce ancora oggi è l'equidistanza tra bianchi portatori di civiltà e nativi americani,indiani volgarmente detti.Ogni uomo è responsabile delle proprie azioni quindi si prende distanza sia dai western più classici in cui gli indiani erano i consueti "cattivi",sia dai western revisionisti,da Soldato blu in avanti,in cui i bianchi erano visti più o meno come sanguinari invasori.Qui viene visto tutto in ottica neutra,ci sono personaggi di razza bianca che si distinguono per la loro barbarie,ci sono bianchi vittime inconsapevoli,ci sono nativi americani pacifici e civilizzati molto più di quello che i bianchi credano e ci sono indiani che per via di riti ancestrali non esitano a vendicarsi e uccidere una donna inerme e un bambino.In mezzo Jeremiah Johnson,incarnato alla perfezione da un Robert Redford raramente così bravo.Da una guerra al bisogno di pace facendo il trapper solitario,alla stabilità familiare simboleggiata da una moglie indiana,un bambino muto superstite di una carneficina e da una casetta di legno in mezzo ai boschi,fino alla sete inesauribile di vendetta contro gli indiani della tribù dei Corvi e contro il loro capo.Ma nel duello finale Jeremiah Johnson si accorge di quanto è fatuo il fuoco della vendetta.Non consumandola.Complimenti ai distributori italiani che si inventano un fantomatico Corvo Rosso che nel film non esiste. Pollack dirige un bellissimo western rielaborando le coordinate stilistiche del genere,scardinando alla base la classica figura dell'eroe solitario.In questo si sente la mano dello sceneggiatore Milius che ci ha abituato a figure mitiche che combattono contro ogni tipo di ostilità con divina fierezza.Come ho detto prima però protagonista di questo film è la Natura selvaggia che condiziona le vite,con cui è difficile venire a patti,ideale sfondo per capire quanto è minuscolo l'uomo.Non esiste più il mito della frontiera,non ci sono solo guerre tra bianchi e nativi americani.Il western sta diventando altro....
ok
ok
non male
raramente così bravo
rielabora il genere solo come un grande regista può fare
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