Regia di Paolo Taviani, Vittorio Taviani vedi scheda film
Nel corso dei moti insurrezionali che sul finire del Settecento portarono alla proclamazione della Repubblica di Napoli con la cacciata dei Borboni, scoppia per caso, ma in maniera non meno intensa, l'amore fra Salvato, un rivoluzionario, e Luisa Sanfelice, di nobile famiglia.
Sì, d'accordo: è un lavoro dei fratelli Taviani; va bene: si tratta della trasposizione di un romanzo di Alexandre Dumas (padre; originariamente intitolato La Sanfelice), con una sceneggiatura appositamente firmata dagli stessi registi; verissimo: è una produzione Rai di medio-alto livello, con tanto di cast che pullula di nomi celebri e attori di rilevanza internazionale: Laetitia Casta, Carmelo Gomez, Adriano Giannini, Marie Baumer, Cecilia Roth, Emilio Solfrizzi, Cristiana Capotondi, Lello Arena, Jean-Yves Bertelot, Glauco Onorato, Teresa Saponangelo, Johannes Silberschneider. Tutto questo è innegabile, come d'altronde lo è il fatto che Luisa Sanfelice sia un polpettone in salsa storica modellato a uso e consumo del pubblico domestico, gravido di pathos completamente fatuo, che non riesce a emozionare o a coinvolgere quanto presumibilmente nelle ambizioni di partenza avrebbe dovuto. Di sicuro non aiuta la suddivisione in due puntate da circa cento minuti ciascuna, atte alla duplice trasmissione in prima serata – fattore che allunga il brodo della trama in maniera tale da procurare allo spettatore una bella salva di sbadigli e poco altro. L'idea che i Taviani abbiano accettato il lavoro su commissione, senza particolare coinvolgimento dal punto di vista creativo, si impone con forza; va rilevato inoltre che la Rai aveva già prodotto uno 'sceneggiato' tratto dallo stesso romanzo nel 1963, per la regia di Leonardo Cortese (sette ore di durata!), mentre nel 1942 Leo Menardi aveva girato l'unica versione di Luisa Sanfelice realizzata per il cinema. 3,5/10.
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