Regia di François Truffaut vedi scheda film
E', insieme alla Sposa in nero, il film più apertamente 'hitchcockiano' della carriera del registra - e discepolo - francese. Una catena di misteriosi omicidi, un indiziato che 'puzza' di innocenza, una scaltra segretaria che arriva dove il commissario di polizia fallisce: gli elementi per un buon noir ad alta tensione ci sono tutti, si aggiunga inoltre l'utilizzo del bianco e nero che rende ancora più fascinosa l'atmosfera del film. Truffaut purtroppo ci lascia qui: se ne va - prematuramente, ma con un'impressionante serie di successi, capolavori e bei film alle spalle - con un lavoro discreto, con tanti rimandi alla sua precedente opera (dall'omicidio alla storia d'amore, i luoghi comuni del suo cinema non mancano nemmeno in Finalmente domenica), ma certo non una delle sue vette. Lascia un'eredità di svariati progetti, fra i quali La piccola ladra, che verrà realizzato qualche anno dopo dall'amico e collaboratore Claude Miller. Finalmente domenica è anche la seconda occasione per la nuova compagna del regista di mostrarsi attrice dotata ed eclettica; dal ruolo romantico, passionale della Signora della porta accanto a questa simpatica ed intrigante segretaria, con accanto un ottimo Trintignant.
Un agente immobiliare è accusato dell'omicidio, durante una battuta di caccia, di un suo amico. Il commissario ha indizi che lo inchiodano; l'avvocato dell'uomo pare impotente. Ma sua moglie viene assassinata il giorno seguente, e seguiranno altre due vittime nel giro di poche ore. Soltanto l'astuta segretaria dell'accusato riuscirà, indagando minuziosamente, a fare luce sulla losca faccenda e a smascherare il vero assassino: l'avvocato.
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