Regia di François Truffaut vedi scheda film
Decisamente da rivalutare, "Sparate sul pianista" (il titolo italiano invece è piuttosto incongruo) è il secondo film di Francois Truffaut, un noir realizzato nello sforzo evidente di allontanarsi dalla dimensione autobiografica di "I quattrocento colpi". All'epoca fu accolto in maniera contrastante e con una certa delusione, ma merita di essere ripreso con più attenzione, anche perché segna il primo incontro dell'autore con le atmosfere del noir a cui tornerà più volte, già pochi anni dopo con "La sposa in nero", ma anche a fine carriera. È un pastiche di vari generi in cui sono importanti anche la componente sentimentale con la storia fra il pianista del titolo e Lena, ben interpretati da Charles Aznavour e Marie Dubois, ma anche intermezzi comici singolari e piuttosto disorientanti per lo spettatore. La fotografia in Cinemascope di Raoul Coutard è molto elegante, soprattutto nelle scene finali che non si dimenticano e che raggiungono quel pathos melodrammatico che sarà poi la cifra stilistica essenziale del regista senza scadere nel lacrimoso di bassa lega, mentre il ritmo narrativo è molto sostenuto per un film di soli 80 minuti di durata. Tratto dal romanzo "Down there" dell'americano David Goodis che apprezzo' l'adattamento, è una storia d'amore governata dalla fatalità che ci offre una visione piuttosto pessimista delle relazioni umane, in particolare nel lungo flashback sul passato di Edouard Saroyan che risulta essenziale per la comprensione della vicenda e per il suo senso. Aznavour non canta nel film ma dimostra di avere una buona tempra di attore, rende bene la timidezza e la malinconia del personaggio, ben affiancato da azzeccati caratteristi fra cui si segnala pure una giovane Michele Mercier, futura protagonista di "Angelica" nel ruolo della prostituta Clarisse, ma anche e soprattutto l'ottima Marie Dubois nel ruolo di Lena, affascinante e intensa.
Voto 8/10
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