Regia di François Truffaut vedi scheda film
Truffaut dimostrò con questo suo secondo film il proprio talento, esploso l'anno precedente con "I quattrocento colpi". All'epoca "Tirate sul pianista" fu snobbato dalla critica, ma merita una rivalutazione. Il film ha i pregi di tanto cinema minore americano (la concisione, l'asciuttezza) ma anche l'attenzione alle psicologie tipica dei film europei. Il romanzo di David Goodis che sta alla base del film è trasposto da Truffaut nelle ambientazioni francesi con naturalezza impressionante per un cineasta allora ventottenne. Il merito va anche al cantante di origini armene Charles Aznavour, che conferisce credibilità al suo piccolo ma vitale pianista Charlie. Da segnalare ai maniaci come Mereghetti, che la vede nuda anche dove non lo è (si veda la recensione, sul suo Dizionario dei film, di "Alta infedeltà", dove l'attrice francese compare nell'episodio "Gente moderna" con Tognazzi e Bernard Blier), che l'allora giovanissima Michèle Mercier, qui nel ruolo di una prostituta dal cuore d'oro, si mostra nuda dalla cintola in su ed è un bel vedere. (16 maggio 2004)
Charlie suona il piano in un fumoso bistrot parigino, ma alcuni anni prima è stato un talentuoso pianista, ridottosi nelle condizioni attuali a causa del suicidio della moglie, dovuto al tradimento perpetrato dalla donna con il manager di Charlie (il cui vero nome è Edouard Saroyan) per favorirne la carriera di concertista. Sempre meglio, comunque, dei fratelli, che si sono messi nei guai a causa di una rapina finita male. I loro problemi finiranno per trascinare anche Charlie nei guai e fargli perdere l'unica persona che gli vuole veramente bene.
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