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Ecstasy generation

Regia di Gregg Araki vedi scheda film

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La recensione su Ecstasy generation

di alan smithee
8 stelle

Il mondo californiano folle e bruciato da droghe e acidi dei giovani diciotto-ventenni e' l'ossessione del talentuoso Gregg Araki che, in pieni anni '90 e dopo il successo del suo miglior film sin'ora diretto, lo scandaloso e seducente Doom Generation, torna per le strade della perdizione in un mondo di giovani non molto diverso da quello vuoto e perverso dei fatui anni '80 di Brett Easton Ellis.
Dark e' un bel ragazzo di diciotto anni innamorato di Mel, che pero' non vuole legami vincolanti. Questa situazione lo porta a fantasticare molto e a passare ore sfogando le sue fantasie erotiche sempre piu' complesse; questo fino a quando incontra il biondo efebico Montgomery, di cui rimane letteralmente stregato, e in qualche modo ricambiato nell'interesse. Le vicende dei tre si alternano a quelle di un bel gruppo di altri giovani sballati, tra feste private ambitissime, fumi, polveri e droghe a fiumi, sesso e perversioni che sembrano un diversivo necessario per evadere dalla banalita' di esistenze senza spiegazioni ne' motivazioni concrete. E nello stato allucinatorio in cui piombano gli sballati protagonisti di questa bizzarra frizzante pellicola, fanno capolino pure gli alieni, sotto forma di grotteschi lucertoloni che non sarebbero dispiaciuti a David Lynch. Questi rapiscono il bel Montgomery che, riuscito a sfuggire, si rifugia nel letto di Dark, che non fa in tempo a coronare il suo sogno di amore eterno che il suo angelo si tramuta in un repellente insetto kafkiano.
Bizzarro come sempre, riuscito pur se non ai livelli del precedente Doom Generation, del quale eredita, ma solo nella scellerata distribuzione italiana, una parte del titolo, ai danni dell'originale, "Nowhere", ben piu' indicativo del caos dilagante tra la gioventu' losangeliana.

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