Regia di Antonio Margheriti vedi scheda film
Non preoccupiamoci del puro tentativo d'imitazione del film che nasce da un mix tra "Apocalypse Now" e "Il Cacciatore", le due pellicole simbolo del sottofilone Vietnam. Apprezziamo invece l'arte efficace e senza compiacimenti che Margheriti ha sfoderato raccontando un film che va oltre le solite aspettative. Seminato qua e là di quel gusto truculento caro al cinema horror, e pieno di situazioni al limite, come la gabbia coi topi (luogo celebre del cinema di guerra asiatica), vi vediamoo pure un'ambigua intenzione di contenuto: i cattivi da eliminare sono quelli che urlano il loro no alla guerra. Chissà se il regista ha voluto fare il verso ai tanti eroici film a stelle e strisce in cui sì si punta il dito contro la guerra, ma che alla fine c'è sempre una rivalutazione appunto eroica e di riscatto ultimo. Qui invece Margheriti arriva ala fine del film senza lasciare pietà, e ci dice che è così che molti americani e non, vorrebbero che finissero i propri film. Ma Warbeck, attore feticcio del regista, alla fine si abbandona al destino, si strappa la placchetta di riconoscimento e si lascia bombardare dal Napal. Un finale tra l'altro secco e privo di retorica, che porta l'intera pellicola verso il disincanto del cinema di guerra eroico. Margheriti, che ne ha fatti tanti come questo, sembra in "L'Ultimo Cacciatore", il primo della serie, aver dato il meglio. Film citato pure da Tarantino, si avvale anche della partecipazione di John Steiner, uno dei volti migliore di tutto il panorama cinematografico di genere, secondo solo a Klaus Kinski.
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