Regia di Michael Zaiko Hall vedi scheda film
Un tecnico degli effetti speciali decide di esordire dietro la macchina da presa. Per l'occasione sceglie un soggetto ambientato ai tempi della "guerra fredda" (1988). Tra spettri di politica estinta e "tulpa" mascherati da serial killer, ecco l'ennesimo pessimo horror americano, dall'immotivato titolo di Carrion (???).
California, 1988. Carrie Ann (Jenya Chaplin) si presenta a casa della cugina Guinevere (Kay Coburn), che non vede da oltre dieci anni, trascorsi in Russia. Sul posto giungono anche Jonathan (fratello di Guinevere e quindi altro cugino di Ann) assieme alla fidanzata Ruth. Mentre i quattro ragazzi si raccontano eventi del passato, in particolare legati a un fatto di sangue risalente al 1978, qualcuno all'esterno dell'abitazione spia le loro mosse.
"Dovrei andare avanti, non indietro." (Carrie Ann riflette sui discorsi del passato pronunciati dalla cugina)
Da tempo impegnato per le sue capacità di tecnico degli effetti visivi, Michael Zaiko Hall ha iniziato la carriera collaborando nel brutto remake di Kairo, il dimenticato Pulse (2006). In un totale di 22 film si contano, tra le sue più significative partecipazioni, il double bill tarantiniano Grindhouse (2007), Cloverfield (2008), Prometheus (2012) e alcuni titoli di animazione (Cars 3 e Gli incredibili 2). Questo solo per ricordare che, nonostante Carrion rappresenti un esordio in regia, Zaiko Hall non è uno sprovveduto in materia, avendo comunque collaborato a lungo in altri settori dell'universo cinematografico. Purtroppo sceglie di debuttare con una brutta storia, opera di Oliver Caspersen (anche interprete nel ruolo di Jonathan) che tira in ballo conformazioni planetarie e progetti sovietici top secret, tipo quello definito Plutone-Saturno.
Naturalmente la falce & martello viene riproposta in diverse scene, sempre associata ai cattivoni russi & rossi. Vero è che ambienta i protagonisti in un periodo di "guerra fredda" (il 1988), riportando in vita le post belliche filosofie maccartiste, frutto di aberrazioni ideologico politiche liberal-democratiche. Qui non ci sono, all'orizzonte, dischi volanti (metafora ipocrita dei comunisti brutti, sporchi e cattivi) ma bambini - cresciutelli - "indaco" (indigos), astrologia minacciosa e un assassino risorto dal "Lago dei Suicidi" che alla resa dei conti è una sorta di tulpa tibetano. Su questa linea piuttosto disordinata e scombinata, Michael Zaiko Hall procede con un no budget girato male, e ai minimi termini. All'estemporanea sceneggiatura, fa dunque seguito una grossolana tecnica di ripresa, peraltro penalizzata ulteriormente da un montaggio sgradevole che - abbinato ai deliranti rapporti interpersonali dei personaggi (le due cugine che arrivano a lesbicheggiare) - contribuisce a rendere l'esperienza di visione, basata su assunti assolutamente improbabili, pallosa e al limite del sostenibile. Dura poco Carrion, appena oltre 70 minuti, ma per quanto film disgraziato, sembra essere di una lunghezza infinita.
"La libertà, nella società capitalistica, rimane sempre approssimativamente quella che fu nelle repubbliche dell’antica Grecia: la libertà per i proprietari di schiavi." (Lenin)
F.P. 08/04/2020 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 72'41")
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