Regia di Lasse Spang Olsen vedi scheda film
Harald esce di galera e già ha un debito da ripagare in tutta fretta; per giunta il boss che l'ha cresciuto sta morendo e, come ultimo desiderio, gli chiede di vedere Ludvig, il suo figlio illegittimo che vive in Svezia, in carcere anch'egli.
Gamle mænd i nye biler (2002), tradotto letteralmente per la distribuzione internazionale come Old men in new cars, è una sorta di sequel de I Kina spiser de hunde (In Cina mangiano i cani), spassosa commedia intrisa d’azione diretta anch’essa da Lasse Spang Olsen, tre anni prima. Al secondo tentativo, nonostante la conferma dell’(altrove) ottimo Anders Thomas Jensen in veste di sceneggiatore, il risultato tradisce però le aspettative: Old men in new cars è un’opera che tende in maniera piuttosto chiara a una comicità sguaiata e demenziale, ben poco sofisticata insomma, e soprattutto virata totalmente all’action, con una serie notevole di sequenze anche parecchio lunghe (troppo talvolta, come quella della fuga dopo la rapina) e complicate. Benissimo la mano di Olsen dietro la macchina da presa, validi gli interpreti (Kim Bodnia, Tomas Villum Jensen, Nikolaj Lie Kaas, Torkel Patterson, Iben Hjejle e Jens Okking sono i principali: non male come nomi per il mercato danese), ma è proprio la sostanza dell’opera a tradirne le ambizioni; si ridacchia, ma la trama è sconclusionata e in più punti della visione ci si rende conto di aver perso il filo, da quanto esso è labile. Qualche nota di humor nero risolleva qua e là l’inconsistenza della vena ironica. 4/10.
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