Regia di Niccolò Maria Pagani vedi scheda film
Un documentario commovente ma anche pieno di energia, voglia di combattere e speranza in un futuro migliore per gli autistici. Un futuro che tutti noi possiamo e dobbiamo, nel nostro piccolo, contribuire per farlo avverare.
Niccolò Maria Pagani al suo terzo lavoro - dopo il corto Non ti scordar di mé (2016) e il documentario sportivo Lo spirito italiano di Le Mans: ritorno alle 24 h (2018) - decide di affrontare un tema delicatissimo, stimolato da Gabriele Salvatores che ha avviato le riprese di Tutto il mio folle amore, film ispirato dal libro Se ti abbraccio non aver paura, protagonisti proprio Franco e il figlio autistico Andrea. Per l'occasione viene programmato un viaggio in moto, affrontato da padre e figlio, che partendo dall'Italia - attraverso Francia, Spagna (con tappa l'Oasi mini Hollywood, dove Sergio Leone ha girato celebri western) e Marocco - arriva a conclusione in Marrakech. È un viaggio fatto di pensieri, ricordi, nuove esperienze, paesaggi incantevoli. Ma è anche un viaggio "interiore" e doloroso, affrontato da un padre che ha rinunciato a tutto per seguire un figlio dolcissimo, intelligente, consapevole della sua condizione ma non per questo triste. Sempre sorridente, nonostante le comprensibili parole di Franco: "La felicità è un'altra cosa. Lui non può essere felice. In una condizione così. Io credo sia fatica. Non è possibile".
Se ti abbraccio non aver paura ci avvicina a un mondo che è quasi impossibile immaginare essere reale. Che solo chi è costretto a viverlo può conoscere, senza però capirlo, né farsene una ragione. In un viaggio così lungo, avventuroso e anche rischioso, il legame tra padre e figlio (prima ancora che autistico) manifesta anche momenti di disperazione (la rabbia espressa di fronte al mutismo di Andrea), alternata alla speranza di un progresso che può avvenire solo se affrontato a piccoli passi, giorno per giorno. Un bel documentario, che lancia un messaggio importante al quale nessuno di noi può restare indifferente: aiutare come ci è possibile, magari donando alle associazioni di studio e ricerca sull'autismo, e soprattutto cercando di dedicare un po' del nostro tempo a chi ne ha davvero bisogno. Se conoscete un ragazzo autistico stategli vicino, diventategli amico, avrete solo da imparare da lui. Consideratelo un dono. Come dimostra Andrea, con i suoi acuti pensieri, impressi di tanto in tanto con scritte in sovrimpressione, durante le suggestive "immagini di viaggio".
Riflessioni di chi "vede le parole, ma non riesce a dirle"
- "Genitori belli di tutti, sono graditi visi sorridenti."
- "Mondo parallelo è autismo devo imparare da terrestri."
- "Io angelo protettore di papà.
Io rendo papà sicuro di esistere."
- "Grande fatica mi costa vivere io resto poco controllo mio corpo."
- "Disegno i miei pensieri.
Il mio mondo è un arcobaleno di colori.
I colori sono i miei amori e le parole che non riesco a dire."
- "Fermiamoci a guardare non con gli occhi ma con il cuore."
- "Io non ho paura morte sono autistico sono abituato al peggio."
(Andrea Antonello)
"I medici hanno detto che avevo l'autismo. Mia madre mi prese le mani, mi guardò negli occhi e disse: 'Tu sei perfetto'. Non temere le persone con autismo, abbracciale. Non cacciarle via dalla tua vita ma accettale perché solo allora essi brilleranno". (Paul Isaacs)
Uno degli splendidi brani presenti nel documentario: Wind - The loafing heroes
"È giunto il momento di curare la società, non le persone affette da autismo." (Tina J. Richardson).
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