Regia di Gianluca Maria Tavarelli vedi scheda film
Torino. Diciotto anni nella storia di Marco (Fabrizio Gifuni) e Sara (Lorenza Indovina), dal 1982, quando entrambi erano sulla ventina, fino al 2000. Anni durante i quali i due si lasciano, si ritrovano, si sposano con altri, hanno figli, si ritrovano ancora dopo lunghi silenzi, diventano amanti, divorziano dai rispettivi coniugi e festeggiano il capodanno del 2000 in riva al mare. Dopo Portami via, il suo primo lungometraggio che gli aveva fruttato il Premio Salinas, Tavarelli sembra avere raggiunto la piena maturità registica. Un amore scava nella storia dei due protagonisti senza mai indulgere al sentimentalismo, alla trovata ad effetto, alla carineria. Con il respiro degno di un'opera come C'eravamo tanto amati, il film di Tavarelli procede sobrio, sceglie ellissi sempre opportune (il pestaggio del marito di Sara ai danni di Marco; i momenti in cui i due fanno l'amore), solcato dai disegni di Laura Federici che marcano la separazione tra un episodio e l'altro. Servito da un coppia d'attori di incredibile bravura e naturalezza (Lorenza Indovina aveva già lavorato con Aurelio Grimaldi e Ricky Tognazzi; Fabrizio Gifuni con Amelio in Così ridevano), avvolto nella memorabile colonna sonora di Ezio Bosso, girato superbamente con uno stile di soli piani sequenza che incoronano ciascuno dei dodici capitoli, il film è di una bellezza commovente, capace di misurarsi con persone qualunque e di renderle, al tempo stesso, uniche ed universali. Completa questo capolavoro del cinema italiano le scelta caduta su due delle canzoni meno note di Francesco Guccini: Canzone della vita quotidiana e Argentina. Una testimonianza, l'ennesima, dell'assoluta straordinarietà del film, al quale perdoniamo volentieri il suo unico neo: quello di richiamare in maniera troppo esplicita i diversi anni (la nazionale di "Pablito" Rossi, il Live Aid, Berlinguer e il successo PCI del 1984, la caduta del muro di Berlino) che ne scandiscono la trama
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