Regia di Gianluca Maria Tavarelli vedi scheda film
La storia di Marco e Sara, raccontata attraverso dodici piani sequenza dislocati nel giro di diciassette anni, dal giugno 1982 alla notte di Capodanno del 2000: si incontrano all’università, si piacciono, si lasciano e si riprendono, si sposano con altri, si ritrovano e diventano amanti, si separano dai coniugi, si rivedono per caso; il loro amore ha attraversato tutti i possibili alti e bassi e alla fine è diventato qualcosa di diverso, a cui è difficile dare un nome (tenerezza, nostalgia per il passato in comune, rimpianto per le occasioni perdute, indulgenza per gli errori propri e altrui). Il titolo è volutamente essenziale, perché è una storia in cui molte coppie possono riconoscersi: intermittenze del cuore, speranze e delusioni, reciproci egoismi. Ciò che resta è un decantato di tutti questi elementi: si è rinunciato al sogno giovanile di un grande amore che duri tutta la vita, si sono accettati i limiti della condizione umana. La scena più bella è quella in cui i due amanti si ritrovano nell’appartamentino che hanno messo su per incontrarsi all’insaputa dei rispettivi coniugi: una misera parvenza della normalità familiare che non hanno potuto costruire, dove un altarino esibisce tristemente le foto di loro due da giovani e crea l’illusione di aver realizzato ciò che volevano; una situazione falsa, come loro stessi avvertono subito. I riferimenti a fatti storici si collocano nei primi episodi (la vittoria italiana ai mondiali di calcio, la caduta del muro di Berlino) e poi si dileguano, a denotare il riflusso nel privato; e anche questa è un’esperienza che molti hanno avuto nella propria vita. Un film struggente, dolcemente malinconico, che si segue con accorata partecipazione. Detto tutto ciò, tre motivi mi impediscono di dargli 4 stelle: 1) alla lunga il meccanismo del tira e molla tra i due diventa francamente ripetitivo; 2) il flashback non è giustificato, perché si colloca in un momento tutto sommato non cruciale (il detective assoldato dal marito di lei ha raccolto le prove della tresca) da cui poi la storia riparte: o si raccontava tutto il film in flashback a partire dal presente, o si inseriva un flashback per ogni singolo episodio; 3) gli attori, duole dirlo, sono un po’ cani. Peccato davvero, perché poteva essere un piccolo grande film nel panorama recente del cinema italiano.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta