Regia di Gianluca Maria Tavarelli vedi scheda film
Esperimento non esaltante, ma riuscito, questo di Tavarelli, il quale dimostra un sapiente uso della macchina da presa e una struttura episodica, per raccontare un amore che va avanti per diciotto anni, con lunghe pause di odio e oblio, ma mai d'indifferenza. La struttura quasi rapsodica potrebbe far pensare a qualche vuoto d'idee che si riflette nei bucchi cronologici della narrazione e l'inserimento di date "significative" (il luglio 1982 dei mondiali spagnoli, l'11 novembre 1989 con la protagonista in partenza per Berlino, l'ultimo dell'anno 1999...) ad una captatio benevolentiae nei confronti dello spettatore. I vuoti nella narrazione, però (visto che quasi tutti i segmenti si concludono con una separazione), sono lasciati alla fantasia dello spettatore, che ad ogni nuovo incontro non può fare a meno di chiedersi cosa sia successo nel frattempo e quindi si possono considerare parte della tecnica narrativa, anticonvenzionale, del regista. Il quale ha avuto la capacità di servirsi di due interpreti di buon valore, lontani dalla piacioneria cui spesso indulge il giovane cinema italiano. Un amore resta uno dei migliori esperimenti del cinema nostrano, nel periodo a cavallo tra i due millenni. 6½
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