Regia di Manuel Gómez Pereira vedi scheda film
Si è parlato di affinità importanti per questo film, in modo particolare con De Palma e Hitchcock, per una certa coloritura gialla di una storia di misteri e delitti incastonati come scatole cinesi. Ma se si eccettuano i promettenti titoli di testa realizzati in puro stile Saul Bass (colui che creò i titoli di “Vertigo”, per intenderci), il buon Gomez Pereira scimmiotta al massimo Bigas Luna, ma senza possederne l’ironia e la carnalità. I protagonisti sono due sessodipendenti che frequentano un corso per disintossicarsi delle loro tossine erotiche. Lui è uno sceneggiatore incastrato in una storia lussuriosa e piena di intricati misteri; lei lavora in una radio e vive una sessualità inibita, ma solo col marito poliziotto. La loro relazione clandestina si intreccia con l’indagine per un omicidio condotta dal marito di lei, sino ad arrivare a un finale involontariamente kieslowskiano. Un gioco di incastri che coinvolge in una farsa inutile personaggi che potrebbero avere ben altra vitalità; come Miranda, interpretata da una seducente Victoria Abril, che per buona parte del film ci fa una grande tenerezza con la sua anonima messa in piega da casalinga di Voghera.
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