Regia di Nina di Majo vedi scheda film
Vedi Napoli e ti sembra di stare a Manhattan. Osservi Costanza - interpretata dalla stessa autrice del film, Nina di Majo - e pare la versione al femminile di Woody Allen. Ti distrai un attimo ed ecco una pasticceria avidamente presa d’assalto dalla protagonista in stato di alterazione esistenzial-affettiva, dove in Tv danno “Anna Karenina” con Greta Garbo: da quelle parti deve essere passato Nanni Moretti. È la testarda, “antipatica” opera prima di una giovane, classe 1975, di cui risentiremo parlare molto presto. Un’ex assistente-segretaria d’edizione-aiuto di molti della cosiddetta “scuola napoletana” (Martone, Incerti, Fiume, De Lillo, Magliulo: quest’ultimo è il produttore del film), poi divenuta “cortista” apprezzata e premiata (“Spalle al muro” ha vinto il Sacher d’oro al “Sacher Festival” del “pigmalione” Nanni), e ora spavalda esordiente con una pellicola che narra e mostra persone e luoghi che la ragazza conosce (e “analizza”) molto bene: professori, università, genitori, amici, compagni di vita, serate cinefile, impersonati da familiari e ambientati nei posti frequentati per anni. Uno sguardo - ironico, cinico, paradossale e crudele - accompagnato da sana musica jazz e con la speranza di \
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