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Chorus Call

Regia di Antonio Shepherd vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Chorus Call

di undying
3 stelle

Versione a luci rosse di una celebre rappresentazione teatrale di Broadway, portata successivamente alla notorietà dal quasi omonimo film di Michael Bennett: Chorus line (1985).

 

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Chorus Call (1979): locandina

 

In un teatro di Broadway (New York) è stato allestito un centro per audienze, il "Chorus call", all'interno del quale vengono fatte le selezioni di alcune aspiranti ballerine, destinate a partecipare a un importante spettacolo. Il talento delle ragazze non è sufficiente a garantire un ruolo nel cast. Alcune di loro hanno capito che occorre fare le giuste pressioni su produttori, segretari e manager.

 

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Balletto di prova in Chorus call

 

Antonio Shepherd è il regista ingaggiato da David F. Friedman, ex socio negli Anni '60 di H.G.Lewis ai tempi dei "nudies" e di Blood feast, nonché futuro produttore di Camp 7 lager femminile - prototipo del nazi-erotico girato nel 1969 - e del primo Ilsa, la belva delle SS. Un personaggio, Friedman, che ha operato nel filone sessuale sin dagli esordi - sfruttando il successo di pionieri tipo Russ Meyer e il suo The immoral Mr. Teas (1959) - in termini di produttore, sceneggiatore e anche nei panni d'attore. Possessore, a partire dal 1967, di sale cinematografiche deputate ad ospitare il cinema erotico (il "Pussycat theatre" di Los Angeles) e destinate a diventare, sino a circa metà Anni '80, una "catena" (Pussycat appunto) all'epoca della Golden age of porn. Era evidente che Friedman sarebbe approdato anche a produrre hard, una destinazione inevitabile. Spesso ispirato da opere letterarie, con Antonio Shepherd collabora appunto in due circostanze, che rappresentano anche le uniche regie di Shepherd: Seven into snowy (1978, parodia porno di Biancaneve e i sette nani) e Chorus call (1979), quest'ultimo in grado di sfruttare il successo teatrale del musical poi diventato anche film con il titolo di Chorus line (Michael Bennett, 1985).

 

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Darby Lloyd Rains, (La straniera nuda nel film di Radley Metzger)

 

L'idea era davvero indovinata, ma in Chorus call mancano i personaggi principali, essendo per l'appunto un'opera tipo "corale". Nonostante la presenza d'attori di certo rilievo nel genere (Darby Lloyd Rains, Kay Parker, Richard Bolla/Robert Kerman e Joey Silvera), il film procede in maniera blanda, affossato da una pessima fotografia (con immagini al confine del bianco e nero) e da brutte riprese mai in grado di valorizzare le scene di sesso. Per nulla erotico, con una sceneggiatura caotica e priva di spunti (opera dello stesso Shepherd, anche autore dell'altrettanto brutta soundtrack), Chorus call finisce per essere un hard depotenziato e pedante a dispetto di un titolo che lo pone, ingiustamente, in primo piano rispetto a ben migliori e più interessanti pellicole a luci rosse.

 

locandina

Chorus Call (1979): locandina

 

"Danzare fino a cancellare le tracce al suolo, le parole in aria. Danzare per riscrivere il mondo." (Fabrizio Caramagna)

 

 

F.P. 04/04/2020 - Versione visionata in lingua italiana (durata: 77'15")

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