Regia di Patrice Laliberté vedi scheda film
Oramai va di moda la rappresentazione di una società intrisa di violenza kubrikiana ("arancia meccanica" per intendersi), che, estrapolata da suddetto capolavoro, a me fa alquanto schifo !
Spesso senza nemmeno citare le cause, si accendono i riflettori su di un dramma: da pandemia, da crisi economica, da invasione aliena, o da semplice disadattamento giovanile, la causa è appena accennata, ma l'importante è il dramma che ne consegue, più che la causa, e spesso tale dramma fa uscire l'aspetto più bestiale dell' essere umano, che sembrava non aspettasse che la minima scintilla per esplodere. Ed oramai, protagoniste sono anche donne: una ragazzina disadattata che massacra di botte un compagno di scuola (The invisible), oppure una soldatessa, come in questo caso, che ne fa fuori due, matti da legare, certo, ma la reazione della tipa va anni luce oltre la legittima difesa.
La trama: durante una "simulazione di sopravvivenza" per far fronte ad un' eventuale malprecisata crisi globale, che ancora nemmeno c'è, l' istruttore ed il suo socio sparano a morte su due partecipanti, perchè volevano abbandonare il luogo e denunciare un "incidente d'addestramento", causato dai sistemi "poco ortodossi" in uso dai due "istruttori". Gli altri, vista la malparata, tentano anch'essi la fuga, ma finiscono uccisi in trappole varie, posizionate a difesa del territorio... l'unica supersiste- la soldatessa di cui sopra- uccide dunque il primo degli aggressori, con una ferocia indegna, e strangola il secondo, dopo che si sono azzuffati peggio di cani rabbiosi, trainandolo poi in fin di vita, sul gatto delle nevi, quasi come trofeo...
Film che turba letteralmente, suscitando l' interrogativo se siano più esaltati i due addestratori o la tipa che sopravvive... ma soprattutto, esalta in malo modo le capacità più violente intrinseche nell' essere umano...
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta