Regia di Marco Risi vedi scheda film
Tratto dall'omonimo romanzo di Andrea Carraro, ispirato a sua volta ad un fatto di cronaca avvenuto anni prima in una piccola cittadina del Lazio, Il branco accompagnato da slogan ad effetto come "La vigliaccheria dello stupro vista con gli occhi del carnefice" vorrebbe proporsi a tutti gli effetti come un film di denuncia sociale. Lodevole l'intento di Marco Risi di voler mostrare una determinata realtà, cimentandosi nella realizzazione di un prodotto sicuramente coraggioso.
Se gli intenti di realizzare quello che lo stesso Marco Risi definì "un film terribilmente vero" sono sicuramente apprezzabili, il risultato viene concretizzato in qualcosa di decisamente brutto da visionare, la messa in scena appare nei confronti dell'occhio umano come una delle più povere d'animo ed involontariamente deliranti che si possano trovare in circolazione, la rappresentazione eccessivamente forzata di un paese di provincia, che sembra provenire direttamente dagli anni trenta, risulta quantomeno improbabile, la grande maggioranza dei dialoghi potrebbero essere quelli di un gruppo di alunni di terza elementare durante la ricreazione, tutti i personaggi sono ridotti a delle superficiali macchiette sterotipate, se alcuni degli interpreteti presenti successivamente daranno prova di essere attori discretamente capaci, senza ombra di dubbio, risulta innegabile che non sia questa la sede. Il fattore estetico all'interno di Il branco non aiuta sicuramente a migliorare una situazione di per sè non proprio rosea, risulta realmente sconfortante per lo spettatore trovare all'interno di una pellicola dove la fotografia così come il movimento di macchina, dovrebbero essere fondamentali ai fini di trasmettere allo stesso spettatore determinate sensazioni, un fattore estetico-fotografico ed un taglio registico degni di un episodio di Love Me Licia. Un insieme di elementi tale non riesce a rendere giustizia alla serietà che una vicenda simile richiederebbe, rendendo l'intero contesto decisamente impossibile da prendere sul serio, nei rari momenti in cui la pellicola sembra riuscire nell'intento di colpire nel segno, il tutto viene immediatamente vanificato dalla presenza di elementi che spingono tragicamente verso la comicità involontaria.
Un film accusato dal pubblico di mostrare troppo risultando eccessivamente crudo ed insopportabilmente violento, quando nella realtà dei fatti non viene mostrato abbastanza, tali accuse probabilmente derivano dal fatto che il film con il suo intento di apparire come "di denuncia" attira la visione da parte di un pubblico generalista, assolutamente non abituato a rappresentazioni di un certo tipo di violenza sullo schermo (condivisibile che lo spettatore di Sentieri rimanga particolarmente colpito), contrariamente lo spettatore avvezzo ad un cinema decisamente più cinico e realista, troverà Il branco inefficiente nel suo intento di volere rappresentare gli orrori dello stupro, non mostrando praticamente in nessuna occasione lo svolgimento degli stessi. Esistono sicuramente una moltitudine di pellicole nella storia del cinema che trattano l'argomento dello stupro in maniera certamente più consona, forse non dichiarandosi apertamente come film "di denuncia", ma riuscendo tuttavia nell'intento di apparire molto più serie ed efficaci di Il branco, pellicola all'interno della quale purtroppo la sostanza viene completamente vanificata dalla forma.
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