Regia di Marco Risi vedi scheda film
La storia di una notte brava, di uno stupro di gruppo che finisce per coinvolgere metà della popolazione maschile di un paesino dell'agro romano, che non ha motivazioni se non quelle dei comportamenti di imitazione, rivalità e aggressività reciproca di (appunto) un branco. L'idea dalla quale è partito Marco Risi è buona, come è buona la tecnica fredda, di un'oggettività quasi "entomologica" che tenta di adottare nell'analisi e nella descrizione dei personaggi. Eppure Il branco non funziona, è freddo e ridondante, sgradevole e troppo costruito, moralistico e, sotto sotto, comprensivo. Il taglio realistico di Mery per sempre e quello ossessionato di Soldati (i due film migliori di Risi) non si fondono e la durezza della nottata è in parte annullata dalla compiacenza biografica (i rapporti di uno dei protagonisti con la fidanzata, i flashback familiar-religiosi). Il branco è un film di inutile violenza, non perché racconta uno stupro, ma perché costringe lo spettatore a un percorso senza fantasia e senza inventiva, dove la grossolanità è fine a se stessa.
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