Regia di Marco Risi vedi scheda film
E' un lavoro che va sicuramente apprezzato per il coraggio nell'affrontare una tematica non facile, anzi probabilmente una delle più complesse da trattare al cinema: lo stupro, e più a fondo ancora la violenza delle bande ('gang', si dirà qualche anno più tardi) giovanili odierne. Ignoranza di base, famiglie distratte o pessimi esempi fra le mura domestiche, povertà o solo stupida incoscienza: dietro le gesta del branco c'è un universo sconfortante ad un passo dalla realtà quotidiana di tutti, anche di coloro che pensano di vivere in una cittadina tranquilla. Il branco è composto da ragazzi apparentemente 'normali', ma cos'è la normalità quando stupro ed omicidio possono essere compiuti con tanta leggerezza, come si trattasse di una qualsiasi bravata? Il problema principale del film di Risi jr. è che non inquadra pressochè nessun personaggio, almeno non nella maniera approfondita che simili psicologie meriterebbero; solo Raniero/Lisarelli è sviluppato a dovere, mentre i vari compagni di branco assomigliano piuttosto a facili e stereotipate sagome. Nonostante ciò gli attori sono ottimi: nel cast troviamo infatti Tirabassi, Zingaretti e Memphis; soggetto (il romanzo omonimo) e sceneggiatura sono ad opera di Andrea Carraro. Dopo validi lavori come Ragazzi fuori o Il muro di gomma, un passo indietro per Risi jr. 5/10.
Nella periferia romana un 'branco' di bulletti incontra due turiste tedesche; le violenta e le sequestra. Una delle due ragazze morirà, l'altra riuscirà a scappare; mentre uno del gruppo, Raniero, si pente ma non sa cosa fare, nè come farlo: il branco non permette ripensamenti. E lui subirà in silenzio la legge del branco.
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