Regia di Marco Risi vedi scheda film
"Il branco" è uno dei peggiori film della storia del cinema italiano, e non tanto perché è insistente e disturbante nel mostrare una violenza reiterata e continuata da parte di un gruppo di ragazzi di una provincia lontana dal mondo, ma perché il film di Risi è brutto, concepito male e realizzato peggio. Se i primi quindici - venti minuti, con la descrizione, seppure sommaria, dell'ambiente in cui vive il protagonista e in cui matura lo stupro di gruppo, può passare, il resto è veramente orribile. Probabilmente c'era materia per un cortometraggio o, al massimo, per un episodio. La sensazione, a un certo punto, è che il soggetto, sebbene tratto da un romanzo - che non viene voglia di leggere - di Andrea Carraro, non sappia più da che parte andare a parare. Gli attori stessi sembrano spaesati, e i soli Zingaretti e Tirabassi salvano la pellaccia da un totale disastro. La descrizione della decadenza morale (ma forse siamo su un piano perfino peggiore) di un paesino di provincia non è campata in aria e, col senno di poi, sembra di assistere a una premonizione del terribile delitto di Arce (FR), avvenuto nel 2001. Su questo piano, almeno, il film di Risi non viene meno al proprio compito di denuncia sociale, ma è proprio in quanto opera cinematografica che denuncia tutta una serie di limiti difficilmente prevedibili nell'autore di opere fondamentali per il nostro cinema come "Mery per sempre" (1989), "Ragazzi fuori" (1990) e "Il muro di gomma" (1991). La scena del rave paesano con stupro incorporato non sta né in cielo né in terra e grida vendetta davanti agli dei del cinema. (7 ottobre 2007)
Nella provincia laziale, il giovane Raniero attende di essere chiamato nei Carabinieri e, nel frattempo, frequenta compagnie poco raccomandabili. Una sera viene coinvolto dagli "amici" nello stupro di due autostoppiste tedesche.
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