Trama
Ottavio Bottecchia, il primo ciclista italiano a vincere il Tour de France nel 1924, morì misteriosamente il 15 giugno 1927, dopo dodici giorni di agonia, per una mai ben chiarita caduta durante un allenamento sulle strade di casa. Aveva perso l'equilibrio allacciandosi un cinturino del pedale? Aveva avuto una congestione dopo aver bevuto una birra gelata? Era stato aggredito da un contadino a cui aveva rubato — come voleva una voce popolare — un grappolo d'uva? O, come si era un po' mormorato a mezza voce, era stato vittima di una spedizione punitiva fascista? Con l'aiuto di testimoni eccellenti e storici locali, da Sergio Zavoli all'ex direttore sportivo della nazionale di ciclismo Alfredo Martini, dai discendenti Franco Bottecchia e Renato Zarpellon, all'ex parroco di Peonis nel cui territorio avvenne l'incidente, don Nello Marcuzzi, e soprattutto con la consulenza sportiva di Gianni Mura, si cerca di far luce sulle tante versioni di quella misteriosa morte, ma soprattutto si ricostruisce lo spessore umano di uno sportivo che aveva vissuto sulla sua pelle la povertà dell'Italia degli anni Dieci e Venti e che aveva sempre confessato di "non correre per la gloria, i successi, le donne, ma solo per i schèi".
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