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Chiedo asilo

Regia di Marco Ferreri vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Chiedo asilo

di alan smithee
7 stelle

Roberto viene assegnato a fare il maestro in un asilo della periferia bolognese, e già dal primo incontro a sorpresa con i bambini, è chiaro che il suo metodo di insegnamento è destinato a rivelarsi dirompente e fuori dagli abituali schemi, anche già solo per il fatto di essere un uomo, contrariamente a quanto succede abitualmente.

Il ragazzo riesce a farsi apprezzare dai bambini, scegliendo un metodo di insegnamento con cui egli si identifica - in atteggiamenti e comportamenti - nei suoi stessi allievi, e lascia da parte la figura solenne o materna dell'educatore vecchio stampo.

 

 

L'uomo si prende a cuore la situazione di un bimbo con gravi difficoltà di nutrizione, al punto di andarlo a trovare quando la psicologa decide di assegnarlo alle cure di un ospedale, e finisce anche per innamorarsi della mamma di una sua alunna, lascando per questo una sua precedente bizzarra fiamma.

Ritrovatasi incinta nuovamente, la donna deciderà di tornarsene in Sardegna, ad abitare entro un vecchio cinema che possiede, chiuso ormai da anni.

Roberto la seguirà per cercare di conquistarla definitivamente, e lo seguiranno alcuni suoi alunni prediletti, tra cui proprio l'inappetente Gianluca, che, in quei delicati frangenti, manifesterà i primi sintomi di una probabile guarigione.

 

 

La presenza di Roberto Benigni, che ha collaborato alla sceneggiatura definitiva assieme allo stesso Marco Ferreri e all'illustre narratore polanskiano Gerard Brach, risulta fondamentale in questo film delicato e molto più sottile ed indagatore di quanto non possa sembrare. 

Benigni rinuncia ad ogni istrionismo e recita il suo ruolo di insegnante anomalo, così sui generis da venir adocchiato dalle autorità per i suoi metodi di insegnamento all'insegna della massima libertà, diventando in qualche modo lui stesso bambino.

La regia si destreggia alternando sfondi da periferia urbana industrializzata e spoglia, agli scorci sardi dalla bellezza abbagliante, che si riempiono di poesia in un finale davvero forte per potenza di immagine e significato.

 

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