Regia di Marco Ferreri vedi scheda film
Critica solitamente bonaria e poco corrosiva per questo film. Forse, a distanza di 40 anni, caduto il muro di Berlino, oggi si puó osare qualcosina in piú.
Film immerso in velleità libertarie anni "70. Mostra un improbabile, e a tratti patetico, Benigni, maestro di scuola, un po' surreale che sembra incarnare una sorta di padre spirituale di Bibbiano ante litteram, irrimediabilmente depresso.
Stucchevole nell'autocelebrazione e nell'assenza di autoironia, spacciando anzi per quest'ultima un paternalismo anarcoide/comunisteggiante che è solo in apparenza un ossimoro, specie nella Bologna anni 70. Film, quindi, molto furbo e politicamente corretto ed educato, come ogni impresa del protagonista, del resto.
Come in ogni film, lo sceneggiatore avrebbe potuto cogliere, almeno nel finale, l'occasione per un soprassalto di genialità, se avesse provocato la morte del protagonista per una causa accidentale o per un incidente domestico.
Ció sia ovviamente detto col senno di poi, che ha visto per fortuna decenni di dissacrazioni Tarantiniane e Alleniane, e in senso squisitamente critico nei confronti di una trama noiosa e politicamente - non solo troppo corretta, ma addirittura- melensa. In effetti, un deus ex machina si materializza nel finale per riscattare il senso di disperazione instillato nello spettatore per tutto il film. Ed è il contrario della morte. Ma è comunque troppo tardi.
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