Regia di Marco Ferreri vedi scheda film
Poco chiaro il messaggio, come in tutti i film di Ferreri, che forse ci marcia a far finta di dire qualcosa di molto amaro ma confuso e incoerente; anche se qualche volta lo dice bene. Quando attenua, come qui, il gusto cinico per le esagerazioni grottesche dà meno fastidio ma poco altro di un suo presunto pensiero. Ex contestatore estremista noto alla polizia, il maestro d'asilo Roberto alterna caoticamente secondo l'estro iniziative contestatrici come l'occupazione dell'asilo con i bambini o la loro visita ai genitori che lavorano in una fabbrica "pericolosa", ad altre integrate, come portare in asilo un televisore, che attira irresistibilmente tutti i bimbi delle altre classi che arrivano come mosche sul miele: i bimbi non sono affatto immagine di vita opposta all'alienazione esterna (Mereghetti); si assiepano anche a vedere un robot che passa minaccioso per la strada e che la voce fuori campo giustifica dicendo che è carnevale. Tuttavia ha un certo fascino e una sostanziale coerenza, stilistica e forse in parte anche narrativa.
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