Regia di Marco Ferreri vedi scheda film
Tipico film ferreriano di fine anni Settanta, con sceneggiatura esilissima e una macchina da presa che sembra mettersi in disparte per osservare ciò che le accade davanti. Dopo i due film "apocalittici" "L'ultima donna" (1976) e "Ciao maschio" (1978), "Chiedo asilo" nasce dall'esigenza di raffigurare una sorta di rinascita, che si materializza attraverso i bambini dell'asilo, ma anche attraverso la paternità di Roberto, il quale riesce a guarire, quasi miracolosamente, il piccolo Gianluigi. Importante la simbologia "idrica" del film: il parto avverrà in Sardegna; il piccolo Gianluigi comincia a bere la camomilla dal biberon dopo avere saputo che dentro c'è l'acqua e comincia a parlare in riva al mare; lo stesso Gianluigi riuscirà a far crescere un girino in un barattolo d'acqua e a farlo diventare una rana. "Chiedo asilo" è un film strambo e spiazzante, ma tenero, che si rivede con piacere: si astenga soltanto chi si attende di assistere alle benignate tipo "Il piccolo diavolo" (1988) o "Johnny Stecchino" (1991). (26 aprile 2008)
Il giovane insegnante Roberto trova lavoro presso una scuola materna popolare di Bologna. Affronterà i problemi dei bambini, in particolare quello del piccolo Gianluigi, che si rifiuta di mangiare e di parlare. Inoltre, lascia la fidanzata Irma, per mettersi con Isabella, una ragazza madre di una bambina che frequenta l'asilo.
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