Regia di Mauro Bolognini vedi scheda film
Film a due episodi, entrambi diretti da Bolognini, nei quali domina l'elemento del grottesco. Nel primo episodio è di scena la tresca amorosa di due nani del circo, che tentano invano di liberarsi della moglie di lui, la proprietaria, nonché donna cannone, dello spettacolo itinerante. Nel secondo, una signora benestante senza figli (Sandra Milo) riversa le sue attenzioni materne sul marito ingegnere (Vittorio Caprioli). È stato spesso criticato l'eccesso di grottesco di questo film di Bolognini, ma il grottesco è eccessivo per definizione e, mediante, questo espediente, il regista può sfogare la vena misogina che attraversa tutto il suo cinema, per esplodere pienamente in film come questo o Gran bollito. Lo stesso elemento grottesco qui adottato da Bolognini è stato, invece, spesso esaltato (non parlo certo del pubblico del 1964, che non poteva non rimanere sbalordito di fronte a film come questo) in altri registi, come il Fellini di Otto e mezzo (il mondo del circo e delle giostre sono spesso al centro dei film del riminese, e, per di più, l'attrice che interpreta la madre di Sandra Milo, Edra Gale, è la stessa che interpretò la Saraghina felliniana) ma non solo e il Ferreri della Donna scimmia, indubbiamente due punti di riferimento - voluti o meno che siano - per gli episodi di La donna è una cosa meravigliosa.
Strano destino quello di Bolognini: essere considerato un decoratore quando teneva i toni bassi ed essere accusato di eccessi di grottesco quando pigiava un po' di più il pedale della satira.
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