Regia di Tony Kaye vedi scheda film
Una storia che non può lasciare indifferenti. Si è moralmente obbligati a prendere posizione, a schierarsi. Un film che educa, un'opera formativa, un pugno nello stomaco per risvegliare le coscienze troppo a lungo sopite. Ciò che si ama, si vorrebbe che non finisse mai. Ciò che si odia, si vorrebbe fosse annientato per sempre. Nulla è perduto definitivamente, è vero, ma ogni nostra azione può avere conseguenze imprevedibili e irreversibili su noi stessi o sugli altri che ci sono vicini, ossia il nostro prossimo, anche coloro che più amiamo (oppure odiamo). Scriviamo costantemente il nostro destino, con le nostre scelte, finché non ci accorgiamo troppo tardi di aver intrapreso il bivio errato...
Potrebbe davvero essere una storia qualunque, un riflesso di tanti fatti realmente accaduti, con un'accuratezza disarmante. Basterebbe cambiare nome ai personaggi. Ben efficace, tragica, pungola nel profondo, suscita dibattito (interiore e non). Un plauso (meritato) ai realizzatori. Cui deve essere aggiunto il riconoscimento per la straordinaria prova di Edward Norton (Derek Vinyard), anima portante e ingrediente essenziale, innegabilmente tra i maggiori fautori del successo qualitativo della pellicola. Egli trova, inoltre, un degno supporto in un cast di comprimari e antagonisti in grado di caratterizzare al meglio, in maniera concreta e plausibile, il contesto familiare e sociale dell'intera vicenda. Dal talento del protagonista, passando per la forza del soggetto affrontato, dei dialoghi importanti, e per la crudezza delle immagini, senza trascurare il pathos derivante da un'indovinata colonna sonora... ogni dettaglio contribuisce a rendere memorabile questo "documento", da conservare con orgoglio, rivivere al bisogno e certamente da diffondere.
Vivamente consigliato a tutti, un film assolutamente da vedere almeno una vola nella vita, portatore com'è di un messaggio sempre valido, tra i più efficaci nell'illustrare con cruda realtà tematiche purtroppo ancora e tragicamente attuali, all'ordine del giorno nelle cronache quotidiane del nostro mondo.
In un tema in classe il giovane Danny tratta argomenti ispirati al Mein Kampf e il preside Sweeney, per punirlo, lo obbliga a preparare una relazione sul fratello maggiore Derek. Quest'ultimo, proprio quel giorno, è uscito dal carcere, dopo aver scontato alcuni anni per l'uccisione di due ragazzi neri che gli stavano rubando l'automobile. Quando si svolgevano quei fatti, Derek aveva il ruolo di leader di un gruppo giovanile paranazista che si riconosceva in Cameron, ideologo della violenza razzista contro ogni forma di diversità. Danny, che aspettava con ansia questo momento, vuole subito mettersi "agli ordini" del fratello, ma non sa che Derek, in carcere, ha riflettuto su se stesso e ha maturato la convinzione di voler cambiare vita.
Un lavoro affatto disprezzabile (anzi, direi lodevole!) sono queste musiche di Anne Dudley, in un concentrato di emozioni che ben sanno catturare e tradurre quella che è a tutti gli effetti la vera essenza dell'opera. Da ascoltare e riscoprire, perché meritevole.
Assolutamente nulla! Rientra tra i miei preferiti di sempre.
Il suo capolavoro, senza ombra di dubbio. Saggia la scelta dei flashback totalmente privati dei colori, così da esprimere anche esteriormente il grigiore di quella bestiale (dis)umanità.
La sua migliore prova è questo Derek Vinyard in American History X, che da solo regge tutta la narrazione e che avrebbe certamente meritato l'Oscar. Ma già nel suo primo film, Schegge di paura, dimostra le sue doti d'attore con una recitazione impeccabile, rubando la scena agli altri, che all'epoca erano ben più noti e affermati di lui: è, infatti, abilissimo nel calarsi nei ruoli più disparati, dal drammatico (La 25ª ora e Il Velo Dipinto) alla fantascienza (L'Incredibile Hulk), dal thriller (Fight Club, The Score e Red Dragon) alla commedia (Tentazioni d'amore), regalando sempre una prestazione incisiva ai massimi livelli e un'espressività unica al volto del suo personaggio, sia esso buono o cattivo, folle o sano di mente ecc. Temo sia raro il trovarne di così eclettici.
Convincente Danny Vinyard, il fratello minore e narratore del film. Bravo e intenso al punto giusto.
Interpreta con efficacia Doris Vinyard, la madre dei protagonisti.
Adatta al ruolo dell'inquietante "fidanzata" Stacey.
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