Regia di Tony Kaye vedi scheda film
Il "manifesto" di questo film non si racchiude in un immagine ,ma è racchiusa in un rumore,si proprio un rumore,orribile,agghiacciante,alienante:quello dei denti di un ragazzo che s'infrangono su un marciapiede nel nome di un ideologia che al pari di "un sonno della ragione" ha generato e continua a generare MOSTRI.Tony Kaye (regista pubblicitario prestato al cinema) gira con forza questo film duro,crudo, che non fa sconti a nessuno basando immagini,corpi,proclami e "rumori" nel nome di una demagogia funesta che in questo film è uno strumento per incanalare una sorta di "rabbia giovane" contro un sistema "ingiusto" che ti taglia fuori giacchè sei una minoranza (da quartiere) che subisce una retorica da politically correct,ecco allora sopraggiungere un "ideale politico" che di botto asciuga l'insicurezza e la frustrazione trasportandoti (quasi) inconsapevolmente sull'orlo del baratro.Il film di Kaye è tutto questo,un connubio di emotivita' e corde tese(issime) di violenza e odio contro chi è "diverso" e condivide con te il campo da basket,la scuola e il supermarket.L'ottusita' e l'ignoranza di una "razza superiore" sono parte di una dietrologia del sud statunitense che ci riporta al film "Missisipi Burning le radici dell'odio" (1988) di Alan Parker,in cui assistiamo(amaramente) al "pensiero" retrogrado e razzista della provincia bianca,il film di Parker si soffermava pero' sugli aspetti dei diritti umani e civili basandosi su un fatto di cronaca reale,Kaye evita invece le convenzioni sociali e si spinge oltre la retorica,abbracciando anche emozioni umane,scavando un solco nel passato di Derek,alla ricerca del perche' e del come puo' nascere il seme dell'odio,quello che emerge è solo un meccanismo di facciata,l'ideologia nazista è una maschera che cela sofferenza,Derek riassume tutto questo in una frase detta al fratello: "sono solo un mucchio di cazzate",l'orribile ambiente carcerario è paradossalmente un salvacondotto per Derek che riesce a infrangere una "fede" che non è parte di te,ma ti viene propugnata da demoni grotteschi che servendosi di te propagano(gandano) violenza sugli altri,una riflessione amara su come sposando un ideale "politico" si sposa un pensiero altrui nel quale ci si puo' riconoscere o meno ma che di fatto ci allontana da noi stessi.La redenzione di Derek passa da questo, ed è la sintesi di un animo che si slega dall'odio riconciliandosi con la vita,l'odio è pero' un boomerang (o una palla al piede) che ti s'infrange contro ricacciandoti in un sordo dolore.Il finale conciliante ed emotivamente forte ,nonostante possa avere punte di retorica è studiato alla grande e merita solo applausi ,rendendo il film utile,necessario,coraggioso che andrebbe doverosamente visto per i messaggi umani e radicali che contiene,aldila' della qualita' tecnica un po sfilacciata nel falshback passatao-presente o nell'esilita' dei dialoghi e della narrazione,ma in una storia cosi' tutto cio' conta davvero poco......
Firma una regia avvincente,potente,con coraggio parla empaticamente di un argomento delicato da trattare e lo fa con risultati sorprendenti che ti lasciano riflettere a lungo sui significati umani.
Una prova maiuscola, perfetta,la migliore della sua carriera,il suo personaggio è di quelli da inserire in una "playlist" dei film sull'odio razziale,potente,cattivo,esaltato, ma anche retorico,saggio,umano la sintesi di un animo contradditorio che rappresenta tutti noi.....
L'ex ragazzino di "Terminator 2" offre una bella prova, ha il viso ideale del ragazzino esaltato e indottrinato fino all'osso di un ideale che poi scopre essere fasullo....ma sara' troppo tardi.....
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