Regia di Riley Stearns vedi scheda film
Padre e madre affidano la figlia di cinque anni ai lupi, affinché la crescano facendola diventare una donna forte e pronta a tutto; verranno a riprenderla dieci anni dopo.
Fra il 2011 e il 2013 Riley Stearn ha girato tre cortometraggi, tutti degni di nota; The cub chiude questo tris di titoli fra loro slegati e senz’altro differenti in quanto a stile e argomenti, ma accomunati dalla vena surreale dell’autore. Camera fissa, eccettuato per il breve inserto verso il finale che ‘racconta’ lo scorrere del tempo semplicemente osservando la natura che va avanti nelle sue consuete occupazioni (fronde che si scuotono, un ruscello che scorre), azzeramento del sonoro extradiegetico, controcampo idealmente generato dal sonoro dei lupi che ringhiano in risposta alle parole del protagonista: minimalismo, ma davvero efficace. Cinque minuti di durata, con colpo di scena finale: tutto in linea con il futuro cinema di Stearns, a partire dall’esordio in lungometraggio con Faults, l’anno seguente (2014). 6,5/10.
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