Regia di John Sayles vedi scheda film
Vite mezzo consumate, un po’ andate a male, disorientate. Vite che si intrecciano ai confini della civiltà, su, in Alaska, dove i riti piccolo-borghesi e anche quelli crudeli degli uomini con le pistole devono a un certo punto fermarsi, cedere il passo alla forza intensa e straniante di una natura sovrumana. Si incontrano nella città di pescatori: Joe, un ex pescatore traumatizzato da un antico incidente, e Donna, una cantante con una figlia adolescente, troppe storie finite male, in fuga perenne. Ma poi, è nel deserto dell’isola in cui li trascina un’avventura sbagliata che i tre personaggi, uomo, donna e ragazzina, scoprono la dimensione profonda della loro vita e del loro possibile rapporto. Film sotterraneo e incupito dai silenzi dell’anima, “Limbo”di John Sayles è doloroso e, a tratti, faticoso come il percorso interiore dei suoi protagonisti. Film strano, per essere scritto dal suo autore, e stranamente sbagliato: infatti Sayles fino ad ora è stato un perfetto sceneggiatore (per se stesso e per altri), mentre qui sembra quasi trascinare la prima parte introduttiva, dilazionando l’intensità tormentosa della seconda, la più bella, dove finalmente si ritrova la forza di “Stella solitaria”.
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