Regia di John Sayles vedi scheda film
Non il classico film di John Sayles che uno si aspetta.O almeno non solo.Partendo da un substrato sociale parecchio complesso(le rivendicazioni dei pescatori e comunque dei lavoratori in uno scenario molto particolare come può essere quello di Juneau,Alaska) raccontato in pochi minuti con rapide pennellate da impressionista,quasi affrontando la modernizzazione di una terra senza tempo con il piglio aggressivo di un Loach meno rosso e più pragmatico ed ecologista,Sayles trova il piacere di raccontare una storia intima,di maturazione di un gruppo ristretto di personaggi, tutti,più o meno alle prese con i fantasmi che minacciosi urlano dal passato.E anche la storia d'amore incipiente tra i due protagonisti,lei cantante country alla ricerca del proprio centro di gravità,lui pescatore laconico e dallo sguardo triste per chissà quale sventura,è raccontata nei modi giusti,con la tenue affabulazione che può accompagnare l'amore che cresce giorno per giorno in due individui masticati e risputati dal destino.Importante è anche il rapporto dei due con la figlia di lei,chiusa a riccio con una vaga infatuazione per il pescatore e un rapporto non risolto con la mdre e con il padre che non ha mai avuto ma ha sempre sognato di avere.La loro gita in barca con il fratellastro di lui finisce male e loro raggiungono a stento un'isola.Il loro ritrovarsi da soli in un'isola deserta coincide con un viaggio interiore in cui ognuno ritrova se stesso anche grazie a una diario ritrovato in uan catapecchia abbandonata che fa loro da compagnia serale mentre trascorrono lunghi giorni in attesa dei soccorsi,lottando quotidianamente per procacciarsi il cibo,difendersi dal freddo e trovare l'acqua potabile.Completano il quadro due ottime prove di attori con fortune non sempre benevole(Mary Elizabeth Mastrantonoio e David Strathairn) e una fotografia di grande pregio,volta a catturare tutte le sfumature dei colori della natura ispida di quella parte (quasi)dimenticata dal mondo....
regia all'altezza
ottima prova
anche lei fa egregiamente il suo lavoro
parte in secondo piano ma di fondamentale importanza
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