
Un esperto cacciatore vive nella solitudine e nell'alcolismo la disperazione di aver perduto le tracce della figlia, scomparsa in circostanze mai chiarite. Situazione che, se da un lato lo ha indotto ad abbandonare la caccia, e a trasformarsi al contrario nel nume tutelare di un pezzo di foresta protetta e da lui difesa con estrema tenacia, dall'altro ne ha compromesso il matrimonio, portandolo verso un doloroso stato di alcolica solitudine.
Quando però, nel suo santuario protetto, o comunque non molto distante, viene ritrovato il cadavere di una ragazza, e poi egli, da un suo monitor di osservazione, si mette sulle tracce di un presunto assassino all'inseguimento di una vittima che gli ricorda sua figlia, ecco che l'energia di tornare in azione viene a ripresentarsi, più impellente che mai.
Nel contempo le indagini condotte da una giovane e tenace sceriffo donna, portano i due ad un bivio quando l'ipotetico assassino, mascherato a dovere, si rivela un conoscente molto intimo della donna, che, istintivamente, reagisce in maniera inaspettata.
E' l'inizio di una vera e propria caccia, concitata e senza tregua, che il regista belga
Robin Pront, balzato all'attenzione con il pluripremiato e nominato
Le Ardenne del 2015, in qualche modo qui ne mantiene un legame "boschivo", che aiuta a rendere efficaci le atmosfere, ed interessante, per quanto assai artificioso, l'intreccio che ne deriva.
Dal punto di vista delle interpretazioni, il danese Nikolaj Coster-Waldau possiede l'appeal intonato per impadronirsi del suo ruolo centrale, così come la bella Annabelle Wallis l'energia e la presenza enigmatica giust per rendere molto più incalzante e contraddittorio il suo personaggio, altrimenti scontato e colmo di dejà vu. Un volto interessante infine si rivela il giovanissimo, ma già assai ben noto tra il pubblico giovanile, Hero Fiennes Tiffin, ultimo erede della numerosa famiglia di attori e registi britannici dei Fiennes.
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