Regia di Tonino De Bernardi vedi scheda film
Una serie di episodi che mostrano la varietà di orrori nel vissuto quotidiano. Tra i tanti: in Titanic una donna riflette nella sua cucina allagata; in Monaca una suora, sola nella campagna, affronta un dialogo con sé stessa e la sua vocazione; Muta racconta la storia di una ragazza che ha scelto di non parlare con nessuno.
La particolarità principale di questo film sta nella precisa scelta da parte del regista e sceneggiatore di mettere sullo schermo una serie di ritratti al femminile; non semplice per un uomo, ma la sensibilità e lo spirito di osservazione non mancano certo a Tonino De Bernardi, attivo ormai da un quarto di secolo dietro la macchina da presa. Anche se fino a questo punto della sua carriera il Nostro ha frequentato quasi solamente l'underground del cinema italiano (eccettuata una Elettra girata nel 1987 per la Rai, le sue produzioni non hanno mai avuto una distribuzione efficace), De Bernardi non esita di fronte al discreto budget a disposizione per questo film, al cast comprendente nomi di sicuro rilievo e ovviamente alle aspettative da parte del pubblico più vasto. Confeziona perciò una pellicola a episodi – autoconclusivi e disposti in fila uno dietro l'altro – che mira a indagare fra le inquietudini della vita di tutti i giorni, con un punto di vista virato chiaramente al femminile. Si avverte di tanto in tanto un'atmosfera da film sperimentale o d'arte (i monologhi in camera nell'episodio Macello, per es.) che ci ricorda di che pasta è fatto il cineasta dietro la macchina da presa, ma nel suo complesso la visione non risulta particolarmente pesante. Un'ora e mezza di durata, con la partecipazione tra gli altri di Anna Bonaiuto, Iaia Forte, Galatea Ranzi e, protagonista nel penultimo episodio intitolato Prigione, Enrico Ghezzi – miglior testimonial possibile della validità artistica del lavoro. 6/10.
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