Regia di Vivieno Caldinelli vedi scheda film
Paul e Claire sono una coppia sulla trentina; pubblicitaria lei, disoccupato in affannata ricerca di occupazione lui, i due trovano un grazioso appartamento in una bella zona cittadina in affitto a un prezzo incredibilmente basso. Per qualche giorno tutto sembra andare per il meglio, poi all'improvviso una sera un tizio svalvolato si introduce in casa da una finestra per andare a suicidarsi nella vasca da bagno. Il detective Cartwright, incaricato delle indagini, rassicura Claire e Paul: i seguaci di un folle culto sono soliti venire in questo appartamento a suicidarsi per raggiungere l'eterna beatitudine. E infatti una seconda visita non tarderà ad arrivare, e così una terza...
Folle, ma di una follia sempre calcolata, troppo spiegata per rientrare a tutto tondo nella categoria del nonsense, ma con qualche trovata surreale qua e là che vale la pena della visione: questo è Seven stages to achieve eternal bliss, esordio vero e proprio nel lungometraggio cinematografico per il regista canadese Vivieno Caldinelli (il nome è reale). Una pellicola sicuramente fuori dai canoni classici della commedia, per quanto si possa virare essa al nero; un lavoro scritto da Clayton Hewitson, Justin Jones e Christopher Hewitson accumulando idee su idee, alcune delle quali come detto anche interessanti, ma cercando allo stesso tempo di dare una minima traccia logica al percorso di quelle idee – cosa che va immediatamente in conflitto con l'impianto sopra le righe della trama del film. Nei panni del fantomatico Storsh che dà vita al culto suicida al centro della storia troviamo Taika Waititi, futuro regista di Jojo Rabbit (2019); i due protagonisti sono assemblati altrettanto bene e sono Kate Micucci e Sam Huntington; a Dan Harmon viene infine affidato il personaggio più smaccatamente comico dell'opera, quello del detective Cartwright. Intelligente la suddivisione in sette capitoli, abbinati ai sette stadi del titolo, per la narrazione. Un'ora e mezza di durata, con precipitare finale degli eventi forse un po' eccessivo. 4,5/10.
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