Regia di Xavier Giannoli vedi scheda film
BALZA AI NOSTRI AGGROVIGLIATI GIORNI.
Giannoli nel suo recupero di uno dei più bei classici della letteratura francese getta un ponte fra il contemporaneo e il momento in cui la “modernità”ha messo le sue radici. Il trampolino di lancio per un giovanotto di belle speranze di due secoli fa sono gli slanci amorosi verso una nobil donna annoiata e infelice che si concretizzano in una manciata di versi su margherite e cose simili. Ed è la perdizione di Lucien Chardon, de Rubempré (da parte di madre) che la pellicola, fedele al romanzo di Balzac, illustra in quadri efficaci: gli applausi e i fischi sul palcoscenico comprati a peso d’oro per le cortigiane, le riunioni di redazione attorno a un editore analfabeta ma dal fiuto infallibile per il nuovo che avanza, la macchina del fango delle gazzette,gli alti e bassi di una politica che si nutre di opportunismi e rancori, i salotti di una nobiltà senza onore, un universo scintillante dove tutto è prostituzione. Gironi dell’inferno che Lucien percorre fino in fondo, scoprendo alla fine della breve strada cospersa di allori che l’ambiente inghiotte i caratteri o meglio il mette a nudo: amore e poesia hanno l’unico sbocco nella miseria di una fossa comune. Da molti punti di vista la commedia umana messa in scena in fumose coreografie mostra affinità più o meno evidenti con quella odierna in primis il ruolo preponderante giocato da potentati economici invisibili. ( i “ poteri forti” come si suole dire nel gergo complottista). Il film è bello nella sua effervescente classicità ma il cinismo vergine ed ingenuo del protagonista difficile sia condiviso da un giovane dei nostri aggrovigliati giorni.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta