Trama
In una lussuosa residenza d'alta classe sono in corso i festeggiamenti per un matrimonio. Ben presto, tutto viene mandato a monte da una rivolta inaspettata, scaturita dal confitto sociale che dà il via a un violento colpo di stato.
Approfondimento
NUEVO ORDEN: UN NUOVO ORDINE SOCIALE
Diretto e sceneggiato da Michel Franco, Nuevo orden racconta come uno sfarzoso matrimonio dell'alta società messicana venga mandato a monte da una rivolta inaspettata, scaturita dal conflitto sociale che dà il via a un violento colpo di stato. Attraverso gli occhi della solidale sposa Marianne e dei domestici che lavorano per e contro la sua abbiente famiglia, si descrive la caduta di un sistema politico e la nascita di uno ancora più agghiacciante. Con le strade di Città del Messico nel caos, Marianne è frustrata dal rifiuto della sua famiglia di aiutare la moglie malata di un ex dipendente e decide di portare lei stessa la donna in una clinica, sperando di rientrare prima che arrivi il giudice a officiare le sue nozze. Ben presto, la rivolta che si è diffusa in città dà ai militari la scusa per intervenire e alle autorità la possibilità di sfruttare l'opportunità creatasi a loro vantaggio: radunando tutti i membri dei ceti alti trovati fuori dalle loro zone, portandoli in cella di detenzione e chiedendo un riscatto alle loro famiglie, indotte a credere che i rapimenti siano opera dei manifestanti.
Con la direzione della fotografia di Yves Cape, le scenografie di Claudio Ramirez Castelli, i costumi di Gabriela Fernandez e la produzione esecutiva tra gli altri di Lorenzo Vigas, Nuevo orden è stato così descritto dal regista in occasione della partecipazione al Festival di Venezia 2020: "Nuevo orden propone una visione distopica del Messico, che tuttavia si discosta solo leggermente dalla realtà. La disparità sociale ed economica è attualmente sempre più diffusa e insostenibile. Non è la prima volta che un simile scenario si presenta nel Paese e i governi corrotti hanno sempre risposto con violenza dittatoriale a qualsiasi forma di protesta. Questo film vuole essere un monito: se la diseguaglianza non viene risolta civilmente e se le voci del dissenso vengono messe a tacere, ne deriva il caos".
"Diverse sono le opere che hanno influenzato Nuevo orden", ha aggiunto Franco. Quando ho visto Arancia meccanica di Kubrick avevo 14 o 15 anni ma rimasi colpito da come aveva mostrato un futuro prossimo che non era del tutto fantascientifico, un po' come ho provato a fare io nel mio fil: il mondo e la società che mostro non sono così lontani dalla realtà. Altro riferimento è stato di sicuro La vergogna di Ingmar Bergman, che usa i classici tropi di un film di guerra per concentrare la sua attenzione sulla reazione dell'individuo di fronte al crollo sociale, alla vergogna e al disprezzo per se stesso quando deve affrontare le proprie scelte. Ho avuto in mente anche La battaglia di Algeri di Gillo Pontecorvo per il suo aspetto quasi documentaristico ma anche Il tempo dei lupi di Michael Haneke".
Curiosità
Tre domande al regista Michel Franco
1. Nuevo Orden segna un passa avanti nel suo modo di lavorare. Tutto sembra fatto in grande stile, con un cast di attori di primo piano, effetti speciali e una storia dalla vasta portata. Come ha affrontato il passaggio a un modo diverso di fare cinema?
Nuevo Orden mi ha costretto a ripensare al mio modo di far film. La sfida è nata dalla necessità di analizzare ciò che il Messico sta attraversando oggi: non avrei mai potuto farlo con un film intimista come i miei precedenti. Qui ci sono otto personaggi principali, ognuno con il proprio punto di vista. Ho dovuto rivedere i miei movimenti sul set: ho sempre avuto il pieno controllo ma questa volta ho dovuto lavorare a stretto contatto con tutta la troupe e, in particolar modo, con il direttore della fotografia e lo scenografo. Nei miei film precedenti, sapevo esattamente che piega avrebbero preso le cose, in Nuevo Orden no: troppe variabili in gioco mi hanno portato spesso a rimettere in discussione le mie scelte o ad apportare cambi di sceneggiatura.
2. La disuguaglianza socioeconomica è uno dei temi dominanti sia della scena politica sia di quella accademica sin da quando nel 2009 ha avuto inizio la crisi che ha coinvolto tutto il mondo. Perché l'ha scelta come tema principale di Nuevo Orden?
La disuguaglianza sociale e l'ingiustizia sono tra le questioni più urgenti dell'epoca che viviamo. Crescere in Messico è stato per me difficile da capire e accettare. L'ingiustizia è un dato di fatto e nessuno al potere fa nulla per porvi rimedio. Più della metà della popolazione - 64 milioni di esseri umani - vivono più o meno in povertà e molti di loro non riescono nemmeno a provvedere ai loro fabbisogni primari. Non possono permettersi acqua pulita, cibo, cure mediche e istruzione scolastica. Solo una piccola percentuale della popolazione è ricca e controlla le risorse. Già da bambino, questo aspetto mi preoccupava. In Messico gli appartenenti alla classe alta vivono in una sorta di piccola bolla e ignorano i bassifondi che stanno a 15 minuti da loro. Non sto affermando che sia un problema solo messicano: è un problema che interessa tutto il mondo ma in Messico è molto più drammatico e visibile che altrove. Siamo egoisti e, se non si fa nulla, la bomba esploderà molto presto: non si può colpevolizzare chi vuole vivere in maniera più decente ed è stanco di vivere nelle stessa miseria dei genitori e dei nonni.
3. Nuevo Orden è un racconto distopico sulle strutture nascoste dietro alle evidenti relazioni di potere. Molte cose non sono quelle che sembrano in un primo momento. Perché ha scelto di disorientare il pubblico?
Non trovavo interessante raccontare sin dall'inizio chi sono i buoni e chi i cattivi. Avrei forzato l'interpretazione di ciò che accade. Quando si vive in Messico, del resto non si sa mai a cosa credere. Le persone usano le informazioni nelle loro mani per dividere e manipolare e la sofferenza delle vittime per scopi personali. Accade un po' ovunque ma in Messico è oramai un comportamento più che diffuso. Prendete ad esempio Felipe, il ragazzo della sicurezza che spara con disinvoltura a un ospite quando arrivano i manifestanti. Qualcuno vorrebbe che nel momento più critico difendesse davvero i suoi padroni? Non sempre si può comprare la sicurezza: alla prima possibilità, chi detiene un'arma ti si potrebbe rivoltare contro.
Il cast
A dirigere Nuevo orden è Michel Franco, regista e sceneggiatore messicano. Nato a Città del Messico nel 1979, si è fatto notare a livello internazionale nel 2012 quando il suo Después de Lucia, opera seconda, vince la sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes. Sulla Croisette ha portato anche i due film… Vedi tutto
Trailer
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- Leone d'Argento - Gran Premio della Giuria al Festival di Venezia 2020
Commenti (7) vedi tutti
Peccato per la sceneggiatura poco esplicita, comunque sufficiente.
commento di gruvierazAffresco ferino sul crollo sociale ed economico, spoglio di orpelli extradiegetici, a tratti alquanto parossistico e basilare; l'ansia è crescente fino al trucido epilogo.
commento di Stefano LUn film di rara ferocia e disperazione....bisogna vederlo e poi farsi una propria idea.Non sempre approfondito dove prevale una brutalita' insistita.Consigliato comunque....
commento di ezioLa violenza appartiene a un mondo che ribolle di ingiustizie. E se i ricchi hanno sempre avuto il potere per risolvere la questione cambiando marcia alla loro volontà di fare, i poveri possono solo ribellarsi dando sfoggio alla brutalità degli istinti. Questa è la tesi del film, peccato che la messinscena confonda spesso l'ordine dei fattori.
commento di Peppe Comunesemplicemente troppa carne al fuoco (in senso stretto e lato). e la voglia di mostrare crudeltà risulta superiore alla necessità di coinvolgere profondamente lo spettatore sul contenuto. per carità, il film lo si guarda fino in fondo (anche per capire cosa diavolo sta succedendo), ma alla fine sembra proprio un'occasione sprecata.
commento di giovenostaViolenza genetica esplode in strati socialmente diversificati. Siamo a Città del Messico. Futuro prossimo. Ma non tanto remoto. La potenza visiva di questo film intercetta anche il reale ruolo di un film: confondere lo spettatore tra ciò che è reale e ciò che non lo è. In questo, la pellicola riesce pienamente, poichè la realtà messicana non è avu
leggi la recensione completa di gaiartSe si semina vento, si raccoglie tempesta
commento di Marsil_Claritz