Regia di Luigi Scattini vedi scheda film
Il corpo di Zeudi Araya nel 1974 (poco più che ventenne) aveva tutte le ragioni per scatenare possessività e gelosie fra 'maschi alfa', tanto più se la storia - come quella di questo film - aveva luogo su uno sperduto isolotto caraibico. Il corpo è il terzo dei tre film che Scattini girò con protagonista la Araya, sua scoperta in breve tempo divenuta icona sexy-esotica del nostro cinema; come i due precedenti lavori, anche questo è del tutto inconsistente e può essere considerato - senza sembrare eccessivamente sbrigativi - una piacevole vacanza di lavoro per tutta la troupe. Cartoline da spiagge fantastiche e scene di sesso, anche se non particolarmente rovente, costituiscono le uniche attrazioni del prodotto; il resto sono dialoghi bolsi e uno sviluppo prevedibile per una trama tutt'altro che vivace (fondamentalmente tutto ciò che di importante accade, risiede nei primi cinque e negli ultimi dieci minuti). Sceneggiatura firmata dal regista, da Massimo Felisatti e da Fabio Pittorru. Per Scattini, proveniente dai peggio che mediocri mondo movies, era già un salto di qualità (verso l'alto, a scanso di equivoci); per il protagonista maschile Enrico Maria Salerno era invece un tuffo a capofitto nel cinema di serie C, d'altronde non l'unico di quel periodo di crisi e di involuzione verso il 'genere'. Da Piero Umiliani francamente ci si sarebbe potuti attendere qualcosa di meglio, per la colonna sonora. 2/10.
Su un isolotto caraibico, una bellezza locale viene a dividersi fra due stranieri: l'uomo che ama, di mezza età e burbero nei suoi confronti, e il nuovo arrivato, più giovane e romantico. Un triangolo che però non può durare.
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