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Clean

Regia di Paul Solet vedi scheda film

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John_Nada1975

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La recensione su Clean

di John_Nada1975
6 stelle

Passato totalmente in sordina, tanto che non se ne trova una recensione italiana neppure qui, realizzato nel 2018 ma grazie alla farsemia terminato soltanto nel 2020, e dedicato infatti sui titoli di coda a Patrick Oldani, 1968-2020.

E' un buon titolo dell'ormai sterminato, immenso filone del vigilantismo e del giustiziere invincibile e inesorabile contro una famiglia mafiosa che traffica in droga, e controlla anche la polizia in una grigia, innevata e quantomai periferica, nera e plumbea, Syracuse.

Comandata dal boss Michael interpretato dall'ottimo e quantomai minaccioso, specializzato in parti di malvagio ed enorme Glenn Fleshler, una sorta di Vincent D'Onofrio variazione James Gandolfini, in una rara parte da co-protagonista.

Anche qui il sanguinario e spietato boss è un devoto buon cattolico frequentatore della locale messa, che si va a confessare in chiesa dal sacerdote del quale come della congregazione, è un buon finanziatore.

Peccato che nei pesci moltiplicati della sua azienda ittica, faccia infilare alla sua organizzazione bustine di eroina.

Afflitto dal figlio che segue le orme paterne ma senza la stoffa per fare il capo, tanto che è appena uscito dal carcere all'inizio, e che sarà poi tra i responsabili di tutti i guai che occorreranno.

Non si renderanno conto fino a quando non sarà troppo tardi, che il "netturbino" Adrien Brody (anche produttore)on "è sempre stato un netturbino", come dirà a Fleshler il suo poliziotto corrotto di riferimento John Bianco/Frank, appena avute le informazioni al telefono.

Adrien Brody impersona riuscendovi bene con la sua aria triste e da cane bastonato, la parte dell'uomo dall'oscuro e doloroso passato, solitario e isolato, misantropo per scelta e qualcosa di tragico che è accaduto, mago per ogni riparazione di vecchi elettrodomestici, amplificatori di valore e quant'altro da rivendere rimessi in funzione poi al nero del banco dei pegni RZA, e a confidarsi unicamente con l'amico barbiere anch'esso nero Mykelti Williamson.

Tornerà a fare quello che sapeva fare come nessuno altro, e a espiare la colpa che tanto lo tormenta, sterminando tutti come una macchina inarrestabile e ammazzasette dalle mille capacità di lotta e invenzioni di morte, quando saranno minacciate di essere liquidate anche una ragazzina nera del quartiere che gli ricorda qualcosa, e la sua zia. 

Niente di originale come si diceva in un filone come questo, ma realizzato con buona cura e attenzione ai dettagli come la vecchia macchina "stealth" di Clean/Brody, oltre che una certa tragicità, pessimismo di fondo senza redenzione, nella visione dell'esistenza umana in certi quartieri, che lo eleva perciò una spanna sopra e di molto, rispetto a certi suoi coevi e smargiassi, assimilabili per tema, film di autodifesa e vendetta violenta.

 

John Nada

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