Regia di Freddie Francis vedi scheda film
Una storia per metà horror e per metà gialla che sembra in parte anticipare il classico intrigo complottista caro al thriller italiano di fine Anni '60. Diretta con buon mestiere dal veterano Francis ma penalizzata da una sceneggiatura poco avvincente.
Traumatizzata, in quanto piccola testimone, dal delitto uxoricida compiuto dalla madre - in seguito ritenuta inferma di mente e rinchiusa in un manicomio - Janet soffre da anni per via di incubi ricorrenti e teme di impazzire come accaduto al genitore. Abbandonato l'istituto femminile che frequenta, decide di ritornare nella casa natale. Al suo arrivo però le sue condizioni mentali peggiorano quando crede di vedere, durante la notte, la spettrale figura di una donna sconosciuta dal volto sfregiato.
Produzione Hammer che segue la (falsa) strada avviata da Hitchcock con Psyco, ovvero il thriller con psicopatico visionario. Purtroppo però di schizofrenico c'è solo la debole sceneggiatura, suddivisa tra una prima e più interessante parte d'atmosfeta - a tema horror - e una seconda più cervellotica e complottista (che pare quasi anticipare le future tematiche del duo Gastaldi/Lenzi). Francis è un valido mestierante e la regia tenta l'impossibile, ossia far mantenere alta l'attenzione al pubblico. Impresa che da metà film in poi diventa impossibile a causa della svolta di una storia che diventa complicata e contorta, trascinando con sé inesorabilmente verso il menefreghismo assoluto lo sguardo assonnato dello spazientito spettatore.
"È bene sospettare di tutti, finché non si riesce a dimostrare che sono innocenti." (Agatha Christie)
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F.P. 17/01/2021 - Versione visionata in lingua italiana (durata: 78'51") - Aggiornamento della recensione pubblicata in precedenza su Il davinotti
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