Regia di Emma Seligman vedi scheda film
Opera prima per il cinema di una giovane neo-regista, Emma Seligman, sulla base di un precedente cortometraggio da lei stesso diretto, "Shiva Baby" è un film d'interni, che flirta col genere della commedia degli equivoci e mumblecore, dipinge un microcosmo sociale che gravita intorno alla protagonista, una ragazza intrappolata ad uno "shiva ", ovvero un rinfresco funerario di tradizione ebraica. Tutto il bestiario di parenti è fin da subito fisicamente e umanamente ingombrante, un vortice che scaglia sulla povera vittima una sequela di domande e considerazioni inopportune. Lei cerca di stringere i denti all'invadenza, di sopportare le ammaccature all'autostima e mantenere alta la testa, cercando di vendersi al meglio, al cospetto delle insensate richieste/aspettative di una società tanto esigente quanto falsa e ipocrita.
"Shiva Baby" evoca la pressione e il disorientamento delle nuove generazioni (ma anche un malessere esistenziale tipico di chiunque sia chiamato a gettare lo sguardo all'orizzonte), tesse la sua sceneggiatura affilata giocando sul contrasto tra tradizione e modernità e sul conflitto tra inadeguatezza interiore e aspettative esterne. La struttura del racconto trova la complicità delle soluzioni registiche che sono in grado di esplicitare per immagini la tensione psicologica della protagonista, una pentola a pressione che accumula situazioni con momenti alterati dove prospettiva interiore ed esteriore coesistono, momenti in cui i parenti mettono in scena il disagio interiore della protagonista, appropriandosi e discutendo pensieri e segreti di lei, oppure mettendole fisicamente le mani addosso a voler palesare concretamente l'invadenza del privato. A fare da giunzione tra le immagini ci pensa l'isterica colonna sonora fatta di violini scricchiolanti.
Sull'orlo del suicidio sociale diventa necessario stringere i denti, per uscirne, poi, con un'integrità morale che tutto sommato ci permetta ancora di sentirci in pace con noi stessi nonostante ci sia l'inferno intorno a noi.
Una rielaborazione horror sarebbe interessante, sempre con gli stessi violini scricchiolanti.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta