Regia di Josh Tanner vedi scheda film
Splendido cortometraggio, che affonda con lucidità sugli orrori del Vietnam. Ispirato da un fatto realmente accaduto.
Durante la guerra del Vietnam, un soldato orientale di stanza nei tunnel claustrofobici di Cu Chi, è ossessionato dal fantasma di un compagno caduto.
Nota: è consigliato, se interessati, vedere prima il cortometraggio, poi leggerne la recensione.
Una convenzione vietnamita stabilisce che i morti debbano essere sepolti nella loro terra d'origine. In caso contrario, o se il deceduto non ha ottenuto adeguato trattamento celebrativo, l'anima del defunto diventa "errante". Nel totale disprezzo di questa credenza religiosa gli americani, durante la Guerra del Vietnam, impostarono una vile trappola. L'Operation Wandering Soul prevedeva di incidere su nastro magnetico (definito Ghost Tape Number Ten) suoni distorti e voci simulanti reazioni oltretombali di cadaveri dei soldati vietnamiti, morti sul campo. Lo scopo era quello strategico: diffondere poi la registrazione con potenti casse audio (anche per via aerea con elicotteri), per impaurire così i nemici e spingerli a fuggire dalla loro postazione. Questa sintetica informazione si rende fondamentale, per potere poi apprezzare pienamente lo stupendo corto di Josh Tanner. Un corto molto ben realizzato, che cerca di mettere a confronto la fantasia con la realtà. E, quando si tratta di orrori, purtroppo non esiste competizione: vince sempre la realtà, spesso ben più cruda, cinica e spietata della fervida immaginazione di qualche innocuo autore, per quanto quest'ultimo possa essere in vena di raccontare storie spaventose.
"Un giorno faranno una guerra e nessuno vi parteciperà." (Carl Sandburg)
Wandering soul (Josh Tanner, 2019)
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