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Dov'è la tua casa

Regia di David Pastor, Àlex Pastor vedi scheda film

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La recensione su Dov'è la tua casa

di scapigliato
9 stelle

Sensazionale dramma famigliare di taglio sociale con escalation thriller per i fratelli Pastor che attraverso la degenerazione psicologica di un uomo senza più lavoro e le certezze economiche che gli avevano assicurato un ottimo livello di benessere sociale, raccontano la spersonalizzazione e la perdita d’indentità dell’uomo occidentale del secolo XXI.

Frastornato da pubblicità false e stereotipate, che fanno dei disvalori i valori prioritari di una società omologata, quindi insana e sociopatica, il protagonista interpretato eccezionalmente come sempre da Javier Gutiérrez, si insinua nella vita privata della famiglia che da poco ha occupato il suo vecchio appartamento di lusso. Manipolando ogni essere umano che lo circonda, partendo dalla propria moglie e dal figlio, per passare poi al nuovo amico ed usurpatore del suo “status” sociale, un ex alcolista a cui dà corpo e voce Mario Casas, alla di lui moglie e figlia, Gutiérrez arriva pure alla meditazione degli atti più abbietti e meschini per poter ottenere ciò che vuole.

La casa del titolo, è il leit motiv del film. Non è una casa maledetta da film horror e l’iconografia alto borghese non ammicca alla percezione della stessa come tale, ma trasuda ugualmente paranoie, paure, ossessioni e perversioni grazie al rapporto feticista che Gutiérrez mantiene con i muri, le porte, i mobili, gli elettrodomestici. Nuovamente, la “roba” verghiana torna come uno spettro del passato a ricordarci che nonostante i cambi epocali, le svolte tecnologiche, le nuove filosofie e le nuove estetiche, l’uomo cade sempre nello stesso punto, inciampa sempre nello stesso errore primigenio, o anche peccato se vogliamo: l’avidità, la sete di potere e dominio, l’ansia per un mai compreso benessere economico e sociale, stigma di chissà mai quale traguardo conquistato.

Non ci sono fronzoli, non ci sono verbosità o raccordi informativi. I fratelli Pastor sanno tessere una trama spettacolare e intrigante senza mai scivolare, senza mai abbassare la tensione. Anche il patto di sospensione con la realtà non è aggressivo né insostenibile, e l’accumulo di climax non è indigesto. Ottimo come sempre Mario Casas, incompreso dalla Academia de las Artes y las Ciencias Cinematográficas de España ancora incapace di premiarlo.

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