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Peninsula

Regia di Sang-ho Yeon vedi scheda film

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La recensione su Peninsula

di ilcausticocinefilo
6 stelle

La premessa, come si suol dire, è d’obbligo: evitate d’aspettarvi un nuovo Train to Busan, ch’è meglio. Diversamente, rischiate d’incorrere in una (piuttosto) cocente delusione. Ci sono casi in cui le aspettative è meglio tenerle al minimo (ma proprio minimo minimo minimo) e questo è uno di essi. Se poi c’aggiungiamo il fatto che Peninsula col precedente film per la verità non ha sostanzialmente nulla a che fare, evitare ogni paragone pare sin da subito la mossa più salutare. Anche perché non mantiene alcuna “coerenza” con quanto visto in precedenza, e s’afferma (per ambientazione e trama) come una specie di Fuga da New York in salsa coreana e aggiornata ai tempi.

 

 

scena

Peninsula (2020): scena

 

 

Niente di particolarmente originale o memorabile, quindi, ma non è che ci se lo aspettasse più di tanto. Ed è anche vero, poi, che pur tra tutti i suoi limiti, il film non è quel gran abominio che certi critici e diversi ragguardevoli utenti di IMDB vorrebbero far credere.

Inferiore a Train to Busan lo è sicuramente, ma d’altro canto risulta essere alquanto superiore a tanta altra paccottiglia simil-spettacolare che viene sempre più spacciata di questi saturissimi tempi per “film di zombie”.

 

E lo si vede chiaramente in alcune buone trovate che producono di tanto in tanto immagini fulminanti (vedasi la scena con gli zombie stipati nell’edificio di cristallo che viene d’un tratto rischiarato dalla luna; o l’altra scena dell’inseguimento finale alla luce dei fari delle auto), nelle abbondanti parentesi d’azione anche “cretine” e fracassone ma sempre piuttosto convincenti e ben coreografate (al netto d’un talvolta vagamente “intrusivo” uso della computer-graphics), nella recitazione di buon livello (compare anche la simpatica piccoletta di Hope [2013]…), nella fotografia cupa e desaturata che dona il giusto tono all’insieme.

 

 

scena

Peninsula (2020): scena

scena

Peninsula (2020): scena

 

 

Certo – inutile negarlo – a fare da “contraltare” a quanto sopradetto, diciamo così, vi sono una sceneggiatura piuttosto esile e “sfiatata”, dei dialoghi in alcuni casi fin quasi imbarazzanti nella loro pochezza e in particolar modo un iper-melodrammatico, prevedibilissimo e svenevole finale nel quale si scade un po’ troppo nell’improbabile e nel ridicolo.

Questi rappresentano grossissimi ed evidenti limiti dell’operazione, anche se a contare è comunque precipuamente l’azione, e l’azione soltanto, sul qual fronte il film – come già evidenziato – in genere non delude. D’altronde, per questo ci si sintonizza e si rimane sintonizzati.

 

Peninsula è un film di puro intrattenimento, anche “spicciolo” se vogliamo, ma non pretende d’essere nulla di più e nulla di meno: difatti, non si prende mai troppo sul serio (ed è un bene). Anche se taluni difetti minacciano continuamente d’affossare in modo irreparabile il tutto, il film alla fine intrattiene, non “sbraca” mai troppo platealmente (fatta eccezione per gli ultimi cinque minuti) e in definitiva si “guadagna” a fatica la sua (comunque risicatissima) sufficienza grazie ad alcuni brevi lampi si potrebbe dire sin quasi di “genio”, del tutto inaspettati e visivamente affascinanti.

 

 

scena

Peninsula (2020): scena

 

 

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