Regia di Aleksandr P. Dovzenko vedi scheda film
Ucraina, 1918: un operaio, reduce dalla grande guerra, si oppone ai controrivoluzionari; alla fine, sebbene ferito mortalmente, sembra diventato invulnerabile (perché i singoli muoiono, ma il popolo no). Film di propaganda dal tono tra epico e fiabesco, con ambizioni sperimentaliste (all‘epoca ancora consentite dal regime). A furia di libere associazioni di immagini la trama rischia di risultare quasi incomprensibile; resta una notevole forza espressiva, soprattutto nella conclusione. Una curiosità: in quello stesso 1929, l’abissale inanità delle annotazioni nel diario dello zar Nicola II (del tipo “Sono stato in barchetta”, “È passato un temporale”, “La mattina ho fatto il bagno”) veniva messa alla berlina anche da Trotskij nella Storia della rivoluzione russa.
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