Espandi menu
cerca
U.H.F. - I videoidioti

Regia di Jay Levey vedi scheda film

Recensioni

L'autore

silviodifede

silviodifede

Iscritto dall'11 aprile 2013 Vai al suo profilo
  • Seguaci 5
  • Post -
  • Recensioni 1279
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su U.H.F. - I videoidioti

di silviodifede
8 stelle

L'unico film in cui Weird Al Yankovic appare come protagonista ha avuto una gestazione parecchio sfortunata, ma ha momenti di assoluto delirio comico.

Per chi ama un certo tipo di comicità demenziale, il nome di Weird Al Yankovic non può che suscitare amore incondizionato, soprattutto per le sue strepitose canzoni demenziali, le più famose delle quali parodie di successi internazionali come la meravigliosa Like A Surgeon.

Il grande motivo di interesse di U.H.F. (ma Weird Al avrebbe voluto che il film fosse uscito unicamente come "I videoidioti") è proprio per il suo protagonista, essendo questo sostanzialmente l'unico film in cui Weird Al ha un ruolo importante, pur avendo avuto dei cameo in diverse pellicole anche di successo (per dire appare in tutti e tre i film della Pallottola Spuntata, nel primo scendendo dall'aereo all'inizio del film con Drebin che crede che l'accoglienza regale fosse per lui quando invece era per Weird Al, nel secondo prendendo in ostaggio la squadra di polizia con Drebin che senza accorgersi salva la situazione aprendo la porta addosso a lui, nel terzo vedendosi rubare i vestiti da Drebin alla cerimonia degli Oscar) o comunque di buon livello comico (vedi la delirante canzone d'apertura in Spia e lascia spiare, sempre con Leslie Nielsen protagonista).

Questo è uno dei motivi per cui per alcuni (compreso il sottoscritto) U.H.F. entra nel rango dei film di culto, ma ce ne sono diversi altri, compreso il fatto che la casa di produzione (la Onion Pictures) ebbe la brillantissima idea di far uscire il film in concomitanza con dei sicuri campioni di incasso come Arma Letale 2, Batman e Indiana Jones e l'ultima crociata, un'idea davvero disastrosa che portò a un botteghino talmente magro da portare al fallimento della casa di produzione, tanto che il film non sarebbe uscito in DVD se non nel 2002.

 

Anche per questi motivi pure in Italia il film è passato in sordina, uscendo sì sulla paytv ma poi venendo completamente dimenticato. Ed è un vero peccato, perché nelle sue imperfezioni ci troviamo di fronte a un film capace di divertire parecchio.

 

La trama è nulla più che un contorno, conta pochissimo ed è un pretesto per permettere a Weird Al di scatenarsi tra citazioni e parodie cinematografiche (ce ne sono di gustose, su tutte la assurda Gandhi II), spot allucinanti e soprattutto una programmazione televisiva assolutamente ridicola e demenziale (che però resta pur sempre migliore di quella reale di Mediaset), con picchi che portano a far perdere il fiato dal ridere, vedi in particolare "Il regno selvaggio di Raul" in cui la parodia dei programmi sugli animali alla Quark porta il conduttore a provare a far volare i barboncini, esempio di una comicità demenziale anche cattiva ma riuscitissima (e che scrive è un assoluto amante degli animali e dei cani in particolare, ma proprio per questo la scena mi fa impazzire, ovviamente per la sua finzione). Peraltro l'attore che interpreta Raul Hernandez appare unicamente in quella scena, quando invece doveva apparire in almeno un'altra scena (che doveva rappresentare la rivincita del barboncino), perché Trinidad Silva sarebbe molto durante la lavorazione del film, vittima di un automobilista ubriaco.

 

Ulteriore curiosità è la presenza di due attori che sarebbero poi diventati piuttosto conosciuti a livello televisivo. Uno di questi è Michael Richards, che nell'anno di uscita del film (che ebbe una post-produzione piuttosto lunga, ma che fu girato nel 1988) sarebbe arrivato a interpretare Cosmo Kramer in Seinfield, ovvero il ruolo della sua carriera (che sarebbe stata devastata soprattutto per sue colpe, con lo sciagurato rant razzista durante il Just For Laughs), un vero e proprio personaggio cult. E' lui l'inserviente decerebrato che diventa in modo assurdo il protagonista della trasmissione per bambini.

A interpretare la giornalista invece è Fran Drescher, che quattro anni dopo sarebbe diventata la protagonista Francesca Cacace della serie La Tata, ma che in questo film incide pochino.

 

Segno comunque di un casting azzeccato, tanto che la produzione andò vicino ad avere addirittura la partecipazione proprio di Jerry Seinfield nel ruolo dell'amico di Weird Al, finito poi a un mestierante come David Bowe.

 

Curiosità di un film nato sfortunato, ma che andrebbe ripescato e visto perché non è poi così malvagio: insomma, paragonatelo alla media dei film comici che sono arrivati dagli Stati Uniti negli ultimi 10 anni e vedrete che non c'è assolutamente paragone.

Coi suoi difetti e i suoi attimi di stanca, U.H.F. resta un film capace di creare momenti di assoluto delirio comico.

 

Voto: 7,5

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati