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Lacci

Regia di Daniele Luchetti vedi scheda film

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La recensione su Lacci

di mm40
7 stelle

La quiete di Aldo e Vanda, sposati con due figli piccoli, si interrompe in modo brusco quando lui confessa di averla tradita. Lei lo caccia di casa, ma continua a cercarlo comunque; passano gli anni e Aldo si rifà una vita con Lidia, ma Vanda, che ha pure tentato il suicidio, è sempre presente nella sua mente e, anche per il bene dei figli ormai cresciuti, l'uomo decide infine di tornare.

 

Lacci, tratto da un romanzo di Domenico Starnone con una sceneggiatura di quest'ultimo, Francesco Piccolo e del regista Daniele Luchetti, è uno di quei film che si costruiscono pian piano, dall'andamento costante e però sempre vivace, che più volte cambia direzione inaspettatamente. Succede con gli attori, con un cast zeppo di (buonissimi) volti noti che si avvicendano a sorpresa nella narrazione, e succede con i risvolti logici della storia, che pare inizialmente una considerazione sul tradimento e quindi sulla fiducia, anche in sé stessi, e si rivela nell'esplosivo finale un racconto morale sulla genitorialità tossica. Luchetti, un autore che raramente compie passi falsi, torna così con il suo miglior film dai tempi di La nostra vita (2010), con un'opera altrettanto incisiva per quanto meno legata alla contemporaneità; Lacci è fin dal metaforico titolo una pellicola destinata a intrappolare lo spettatore, a incuriosirlo e a inquietarlo, facendo riferimento a una quotidianità reale alla massima potenza e in quanto tale umana e disperata. E umano e disperato è il protagonista maschile, Aldo, incapace di portare avanti un matrimonio in cui manca l'amore e non meno onesto con gli altri e con sé stesso per questo; forse il punto di vista è sbilanciato troppo marcatamente verso il principale personaggio maschile, fondamentalmente vittima dell'aggressivo-passività, del sadismo e perfino dell'autolesionismo di Vanda fino al punto di colpevolizzarsi da solo per cose in cui lui non ha alcun ruolo, ma la costruzione delle psicologie è assolutamente impeccabile e, a conti fatti, da questo storia nessuno esce pulito, neppure i figli (presupposte vittime per eccellenza). Nel cast anche Alba Rohrwacher, Giovanna Mezzogiorno, Silvio Orlando, Laura Morante, Linda Caridi e Adriano Giannini. 7,5/10.

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Ultimi commenti

  1. ezio
    di ezio

    e' uno di quei film che si costruiscono piano piano...e forse hai ragione,dovrei rivederlo con calma,perche' come ho messo nel commento breve.....troppi incastri,troppi flashback ...alla fine si fatica a seguirlo,nonostante la buona sceneggiatura,grazie Miguel,ho letto (come sempre) la tua rece con piacere.

    1. mm40
      di mm40

      Ammetto che anch'io due o tre volte sono dovuto tornare indietro per capire meglio quel che stava succedendo... in sala sarebbe stato impossibile, ma forse sarei anche stato più attento che a casa. Comunque molti dettagli rimangono inspiegati fino alla conclusione. Detto questo, per me è un ottimo film con degli argomenti raramente visti al cinema, per lo meno dalle nostre parti.

  2. UgoCatone
    di UgoCatone

    Se vado in sala a vedere un film e avverto che per capirlo dovrei tornare indietro, significa che qualcosa non va. Ora tornando al film, il primo episodio tratta di una banalissima sbandata che il protagonista contravvenendo alla più elementare logica la confessa candidamente alla moglie e non si capisce cosa si aspettava. Che poi la moglie, che ha qualche problema caratteriale, tenta il suicidio “fregandosene dei figli” è la ciliegina sulla torta che probabilmente poteva aspettarsi. Il secondo episodio descrive una coppia che non si capisce per quale ragione stanno insieme. Non per amore, non per attrazione, non per soldi e allora perché?. Il terzo poi,due fratelli andando a casa dei genitori decidono, di punto in bianco, di devastargli l'appartamento solo per non farsi gli affari loro ma quelli dei genitori. Poi vi è il “profondo problema” del nome del gatto, presente in tutti e tre gli episodi. Se non erro “labest”, che nell'intenzione era solo un diminutivo di “la bestia” ma che in latino aveva dei significati sgradevoli e pertanto un problema! Penso che “ezio” pur rivedendolo non riuscirà a vedere le cose che hai scritto nella recensione. Io concordo sulla scelta degli attori che, a mio parere, risultano appropriati per la parte ma che comunque non ci ho trovato nulla di metaforico, ovviamente in riferimento della mia visione della famiglia. Um saluto a te e a ezio. Se vado in

    1. mm40
      di mm40

      Sapevo che di fronte a un'opera come questa non ci saremmo trovati d'accordo, Pino! Pur condividendo lo stesso tuo tipo di approccio 'realista' al cinema, come ormai sai, non disdegno certi film più astratti o metaforici, come questo Lacci. A me è piaciuto molto, sia per la costruzione sgangherata della storia che per i contenuti, ma ho comunque espresso per primo delle perplessità sulla fruizione effettiva del lavoro: in sala, probabilmente, non ci avrei capito granché fino al finale. Saluti!

    2. UgoCatone
      di UgoCatone

      E se non ci avessi capito poco te che hai una vasta coltura sui film pensa quanto ci hanno capito gli altri! Ora siccome su filmtv risultano 88 votazioni con una media di tre stelle ne deduco che il voto non è coerente. Un film che la visione in sala suscita perplessità di comprensione è, per me, un film non riuscito. Un saluto.

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