Regia di Daniele Luchetti vedi scheda film
La quiete di Aldo e Vanda, sposati con due figli piccoli, si interrompe in modo brusco quando lui confessa di averla tradita. Lei lo caccia di casa, ma continua a cercarlo comunque; passano gli anni e Aldo si rifà una vita con Lidia, ma Vanda, che ha pure tentato il suicidio, è sempre presente nella sua mente e, anche per il bene dei figli ormai cresciuti, l'uomo decide infine di tornare.
Lacci, tratto da un romanzo di Domenico Starnone con una sceneggiatura di quest'ultimo, Francesco Piccolo e del regista Daniele Luchetti, è uno di quei film che si costruiscono pian piano, dall'andamento costante e però sempre vivace, che più volte cambia direzione inaspettatamente. Succede con gli attori, con un cast zeppo di (buonissimi) volti noti che si avvicendano a sorpresa nella narrazione, e succede con i risvolti logici della storia, che pare inizialmente una considerazione sul tradimento e quindi sulla fiducia, anche in sé stessi, e si rivela nell'esplosivo finale un racconto morale sulla genitorialità tossica. Luchetti, un autore che raramente compie passi falsi, torna così con il suo miglior film dai tempi di La nostra vita (2010), con un'opera altrettanto incisiva per quanto meno legata alla contemporaneità; Lacci è fin dal metaforico titolo una pellicola destinata a intrappolare lo spettatore, a incuriosirlo e a inquietarlo, facendo riferimento a una quotidianità reale alla massima potenza e in quanto tale umana e disperata. E umano e disperato è il protagonista maschile, Aldo, incapace di portare avanti un matrimonio in cui manca l'amore e non meno onesto con gli altri e con sé stesso per questo; forse il punto di vista è sbilanciato troppo marcatamente verso il principale personaggio maschile, fondamentalmente vittima dell'aggressivo-passività, del sadismo e perfino dell'autolesionismo di Vanda fino al punto di colpevolizzarsi da solo per cose in cui lui non ha alcun ruolo, ma la costruzione delle psicologie è assolutamente impeccabile e, a conti fatti, da questo storia nessuno esce pulito, neppure i figli (presupposte vittime per eccellenza). Nel cast anche Alba Rohrwacher, Giovanna Mezzogiorno, Silvio Orlando, Laura Morante, Linda Caridi e Adriano Giannini. 7,5/10.
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