Regia di Daniele Luchetti vedi scheda film
VENEZIA 77 - FUORI CONCORSO - FILM DI APERTURA
"Per restare assieme bisogna parlare poco, e tacere molto".
Il matrimonio come gabbia sadica, prigionia inevitabile che crea legami, ma soprattutto e alla lunga rancori, disillusioni, occasioni di vendetta e perenni, infinite reciproche recriminazioni su ciò che poteva essere e non è stato a causa sua. La storia di Aldo e Vanda naufraga già in pieni anni '80, quando lui è un promettente cronista radiofonico, e lei una dolce casalinga che si annulla di ogni progetto e velleità per seguire il consorte, ed allevarne i due figli.
Ma poi lui la tradisce con una collega più giovane; poi crolla e glielo confessa, e, messo ad un bivio, finisce per scegliere di scappare con l'amante.
Tornando anni dopo dalla moglie per amore dei figli, pentito, ma per nulla domo, dopo una guerra per l'affido della prole che ha reso negli anni i coniugi alla stregua di due esseri duri ed inariditi che si rimettono insieme perché consapevoli di non poter trovare altre soluzioni sentimentali di sorta che non quel rapporto quasi masochistico che ancora, e nonostante tutto, li tiene insieme.
Poco dopo inoltre, scopriremo che non certo meglio, quanto a inaridimento e premeditazione di vendetta, se la passano i due figli ormai adulti della coppia, che da vittime designate, si trasformano in tenaci e maligni piranha incapaci di mollare la presa nell'ora tanto attesa di quel sin troppo a lungo premeditato progetto di vendetta.
Dall'omonimo romanzo di Domenico Starnone, che sceneggia con Francesco Piccolo e lo stesso regista, Daniele Luchetti si impegna a costruire un elaborato progetto di incastri ove il risentimento ed il rancore si rivelano l'unica risorsa per riuscire a trovare la forza di andare avanti.
Sentimenti che si alimentano sottotono e si mantengono vivi, ma astutamente trattenuti, per scoppiare improvvisamente quando finalmente le circostanze lo rendono opportuno.
Luchetti si impegna in un gioco ad incastri sin troppo elaborato o teorico, quasi risultasse pure lui succube o influenzato dal cubo misterioso che occulta non troppo segretamente le verità che inchiodano una crisi di coppia che non richiederebbe altri segreti.
E si serve di sei grandi interpreti italiani che riescono a tener desta la tensione con la professionalità che da sempre li caratterizza.
Tra costoro, in particolare, Silvio Orlando e Laura Morante appaiono davvero superlativi nel tratteggiare finemente le singole, tragiche, impercettibili sfumature di disappunto che rendono la loro unione di coniugi ormai quasi anziani, ma per nulla disposti a cedere l'uno verso l'altro, un magma sempre proteso ad esplodere in una eruzione senza possibilità di contenimento.
Un pò più manierata la medesima coppia nella fase giovanile (formata dai pur bravi e sensibili Lo Cascio e Rohrwacher), mentre davvero forzati appaiono i figli adulti rancorosi e assetati di giustizia, che fuori tempo massimo improvvisano la loro tardiva impresa di vendetta, e che, per la circostanza, hanno i volti e le fattezze un pò bolse di Adriano Giannini e di una trascuratissima e vieppiú vestita malissimo Giovanna Mezzogiorno.
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