Trama
Nella Napoli dei primi anni Ottanta, Aldo e Vanda vanno incontro a una separazione dopo che lui rivela il suo tradimento. I due figli piccoli vengono divisi tra i due genitori in un turbine di risentimenti. I legami che tengono insieme le persone sono però inevitabili, anche senza amore. Trent'anni dopo, Aldo e Vanda sono ancora sposati.
Approfondimento
LACCI: UN GIALLO SUI SENTIMENTI E LEGAMI
Diretto da Daniele Luchetti e sceneggiato dallo stesso con Domenico Starnone e Francesco Piccolo, Lacci racconta come nella Napoli dei primi anni Ottanta il matrimonio di Aldo e Vanda entri in crisi quando Aldo si innamora della giovane Lidia. Trent'anni dopo, Aldo e Vanda sono ancora sposati. La loro vicenda è un giallo sui sentimenti, una storia di lealtà ed infedeltà, di rancore e vergogna, i cui elementi sono: un tradimento, il dolore, una scatola segreta, la casa devastata, un gatto, la voce degli innamorati e quella dei disamorati.
Con la direzione della fotografia di Ivan Casalgrandi, le scenografie di Andrea Castorina e i costumi di Massimo Cantini Parriri, Lacci è tratto dall'omonimo romanzo di Domenico Starnone, edito da Einaudi. Ha così raccontato il regista la scelta di portare al cinema l'opera, selezionata fuori concorso come titolo di apertura del Festival di Venezia 2020: "Quando ho letto per la prima volta Lacci di Domenico Starnone ho trovato domande che mi riguardavano e personaggi nei quali era difficile non identificarsi. Attraverso una storia familiare che dura trent'anni, due generazioni, legami che somigliano più al filo spinato che a lacci amorosi, si finisce di leggere il libro con una domanda: hai permesso alla tua vita di farsi governare dall'amore?
Lacci è un film sulle forze segrete che ci legano. Non è solo l'amore ad unire le persone, ma anche ciò che resta quando l'amore non c'è più. Si può restare assieme per rancore, nella vergogna, nel disonore, nel folle tentativo di tener fede alla parola data. Lacci racconta i danni che l'amore causa quando ci fa improvvisamente cambiare strada e quelli – peggiori – che produce quando smette di accompagnarci.
È qualche tempo che, prima di tutto da spettatore, sono tornato a capire che ciò che mi interessa, nella narrazione, sono le relazioni. Per questo, ogni volta che da regista mi scopro ad affrontare questi temi, sento di non tradire ciò che è alla base della mia passione. Le relazioni, che siano più esplicitamente inserite sullo sfondo di un contesto sociale o politico, o strette in spazi privati e circoscritti, sono un modo di raccontare non semplicemente noi stessi, ma noi stessi nel tempo in cui viviamo.
Con Francesco Piccolo e Domenico Starnone abbiamo scritto una sceneggiatura che non aveva paura delle parole, anzi, del parlare. Per questo, girando, ho adottato un suono pulito, senza disturbi, che ricordasse il cinema classico, perché quasi tutto, nel film, passa attraverso la voce dei personaggi.
In questo viaggio ho voluto essere accompagnato da attori che amo. Con alcuni è stato un felice ritorno, con altri una felicissima prima volta. Li ho tormentati con la vicinanza della macchina da presa, per scavare nelle loro reazioni, e trattando i volti come paesaggi da esplorare.
Un tempo pensavo che la macchina da presa fosse il centro del mio lavoro. Ora mi accorgo che ciò che riusciamo a creare nel lavoro tra testo, regista e attore capovolge le mie priorità. Non cerco la perfezione nel lavoro degli attori: cerco le smagliature, le distrazioni, una qualche verità. Dico loro, a volte, scherzando, di essere un regista imperfezionista. Il risultato che preferisco è quello imprevisto, che mi coglie di sorpresa, e questo accade quando si hanno attori aperti, che si fidano di te. Avere l'attore al centro, significa porre tenere fisso lo sguardo sulle nostre emozioni, cioè tutto ciò che abbiamo. Si raccontano le relazioni per provare a mettere ordine tra le smagliature delle nostre vite, per capirle meglio e per illuderci che possano essere comprese, accettate, risolte".
Il cast
A dirigere Lacci è Daniele Luchetti, regista e sceneggiatore italiano. Nato a Roma nel 1960, ha studiato Lettere e Storia dell'Arte e frequentato la scuola di cinema Gaumont, durante la quale ha girato Nei dintorni di mezzanotte, contenuto nel film collettivo Juke box che raccoglie i corti girati dagli allievi del… Vedi tutto
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Commenti (17) vedi tutti
Lui indeciso come tanti uomini, lei che non resiste a farsi del male. Film comunque vedibile
commento di Artemisia1593Liti coniugali con nulla di nuovo sotto il sole e che alla fine stancano. Girato non in sequenza temporale.
commento di gruvierazForse questo film dice troppo le cose come stanno, ed è per questo che può risultare antipatico. Ma a me è piaciuto. Coraggioso e dissacrante quanto basta.
commento di fiorelisaQuanto parlarsi addosso... Insopportabile. Due disagiati che tirano su a loro immagine e somiglianza altri due disagiati. Sbagliano tutti, sono tutti odiosi. Film pretenzioso e inutile
commento di la criticonaFilm insopportabile, sceneggiatura raffazzonata e senza capo né coda, personaggi antipatici. Non ho letto il romanzo, ma a guardare il film ho buttato due ore.
commento di paoscaDramma familiare come tanti, intimo, impietoso e coinvolgente, buona la Regia, bravi tutti gli Attori, meritevole di attenzione, fa riflettere su tante cose, tutto in un vecchio adagio: "Nella Vita ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria..." Voto 7
commento di GnaulzFilm che pare altalenante ma in qualche momento anche per la bravura degli Interpreti risulta non banale.voto.6.
commento di chribio1Bel film, anzi ottimo del bravo Luchetti che sa girare intorno alle vicissitudini di una famiglia in crisi con discrezione e coinvolgente intimismo ben coadiuvato dalla pattuglia d'attori. Unico appunto per un finale non in linea col resto dell'opera. Un peccato veniale che però non ne inficia il giudizio positivo.
commento di bombo1Lo stato di salute di una famiglia tratteggiata lungo trent'anni di vita. A dimostrare che i lacci che tengono unite le esistenze di ognuno possono essere più resistenti dell'amore che è da tempo che non c'è più. Dalla penna di Domenico Starnone, una bella sceneggiatura di base che però non sempre riesce a tramutarsi in adeguate soluzioni visive.
commento di Peppe ComuneDrammone familiare ... nulla di speciale nella trama semplice e come tante altre storie vere di vita vissuta. Raccontata senza moralismi. Film girato bene e interpretato in maniera eccellente. Giganteggia Laura Morante. La bellissima Giovanna Mezzogiorno è irriconoscibile. Voto: 6
commento di GARIBALDI1975“Abbiamo vissuto nel disastro.”
leggi la recensione completa di mckLodevole descrivere il crollo di una famiglia ma seguire l'invecchiamento dei protagonisti con attori diversi e usare i flashback di continuo mi ha provocato una confusione quasi totale.Troppi incastri.quasi bocciato.
commento di ezioAncora un film tratto da un libro di Starnone?! Ancora le "Variazioni Golberg" per colonna sonora?!? Questa generazione di autori italiani mi ha davvero stufato. Aggiungo: recitazione lasciata spesso "incorretta", forse per dar spazio alla genuinità. Ma tendo a credere che sia per l'imbolsita gloria su cui si sono seduti questi signori. Cambiare!
commento di leporelloBello come il romanzo
commento di ndsIl miglior Lucchetti
leggi la recensione completa di CristianoSalmasoANATOMIA DI UN MATRIMONIO Lacci come legami. Oppure come drammi di esistenza, generata da genitori dediti all'egoismo, all'indecisione, alla mancanza di dialogo alla bassa consapevolezza o ai reciproci dispetti, interferenze, una volta che l'amore finisce. Sbagli che, come cascate del Niagara,
leggi la recensione completa di gaiartCurioso: se si eccettua Orlando, un film ambientato a Napoli senza attori napoletani..
commento di maurri 63